Juan ruiz de alarcon e mendoza

Il drammaturgo spagnolo Juan Ruiz de Alarcón y Mendoza (1581-1639) fu una figura importante dell’età dell’oro spagnola, 1580-1680. Il suo lavoro si distingue per la padronanza del dialogo umoristico e per l’uso di una tesi, o premessa di base, per satirizzare i comuni fallimenti umani.

Juan Ruiz de Alarcón è nato in Messico da genitori di illustri famiglie spagnole. Ha studiato sia in Messico che in Spagna e ha ottenuto due lauree in giurisprudenza. Tornò in Spagna nel 1614 e divenne un drammaturgo, e lì ricevette la maggior parte dei suoi consensi.

Forse il background coloniale di Alarcón e certamente il suo difetto fisico (era gobbo) hanno ispirato le mostruose battute rivolte a lui, come “cammello nano”, “scimmia” e “poeta del tronco”. Sebbene Alarcón abbia restituito i barbi in natura, l’amarezza può spiegare la presenza nelle sue opere di personaggi che mancano di grazia fisica ma possiedono una forza morale impressionante. Allo stesso tempo, molti dei suoi personaggi fisicamente attraenti invitano alla disapprovazione a causa di qualche difetto morale. Ad esempio, il bel Don Mendo, ma un pazzoide, in Las paredes oyen (The Walls Have Ears) perde la bella Ana a favore di Don Juan de Mendoza, che si descrive come “povero, brutto e dall’aspetto molto indistinto”.

Alarcón ha scritto meno di 30 opere teatrali, tutte in versi. Nonostante la sua produzione, relativamente piccola ai suoi tempi, si colloca tra i geni del fumetto europeo. La sua opera più famosa è La sospetta verità), che il drammaturgo francese Pierre Corneille ha adattato e in parte tradotto letteralmente come Il bugiardo (1644; Il bugiardo). La sospetta verità racconta la storia di un simpatico giovane laureato che è, nel senso del XVII secolo, un completo caballero tranne che per un notevole difetto morale: la menzogna impulsiva. Da questo Alarcón ha sviluppato molteplici situazioni che offrono un intrattenimento frizzante sottolineando una morale.

Molti dei suoi protagonisti hanno una passione dominante, una convenzione adottata dalla drammaturga francese Moli’e, ad esempio, L’avaro (1668; L’avaro). Una delle prime opere di Alarcón, Non c’è male che per il bene non venga (da Evil Good Always Springs), presenta un protagonista per il quale la comodità è il motivo di ogni decisione o atto, importante o banale, tranne che in materia di onore. Nel Muoversi per stare meglio (His Eye on the Main Chance) l’indeciso Don Garcia perde l’amore della bella e ricca Clara a causa dei suoi tentennamenti tra lei e la nipote.

Di tanto in tanto Alarcón si allontanava dallo scrivere le sue consuete commedie di tesi. Poi ha abbandonato la sua solita moderazione per uno stile più esuberante, come in El anticristo (L’Anticristo) e la seconda parte di Il Segovian Weaver).

Ulteriori letture

Non esiste una biografia di Alarcón in inglese. È incluso in due studi generali, George Tyler Northup, Un’introduzione alla letteratura spagnola (1925; 3d ed., Rivisto da Nicholas B. Adams, 1960), e Richard E. Chandler e Kessel Schwartz, Una nuova storia della letteratura spagnola (1961). Le sue opere complete sono state pubblicate in spagnolo, Opere complete di Juan Ruiz de Alarcón, a cura di Agustin Millares Carlo (3 voll., 1957-1968). □