Giovanni di lancaster duca di bedford

Bedford, Giovanni di Lancaster, duca di (1389–1435). Terzo figlio del re Enrico IV, John fu creato duca di Bedford da suo fratello Enrico V nel 1414. Per tutta la vita si identificò con le politiche di suo fratello, soprattutto nel perseguire le pretese inglesi al trono di Francia. Fu luogotenente del regno durante le assenze di Enrico in Francia. Si dimostrò anche un abile soldato, comandando le navi che sconfissero la flotta francese alla foce della Senna prima di dare il cambio ad Harfleur nell’agosto 1416. Dopo la morte di Enrico nell’agosto 1422 fu nominato reggente di Francia. In alleanza con Giovanni, duca di Bretagna, e Filippo, duca di Borgogna, di cui sposò la sorella Anna nel giugno 1423, Bedford proseguì la guerra in Francia, inizialmente con notevole successo. Ma la sua posizione in Francia fu resa difficile sia dalla mancanza di fondi che dallo stato di disagio dell’Inghilterra, indotto in parte dalle azioni di suo fratello Humphrey, duca di Gloucester, che fungeva da lord protettore del neonato Enrico VI. Dopo il fallimento dell’assedio di Orléans nel 1429 Bedford si dimise dalla reggenza a favore di Filippo di Borgogna ma mantenne il governo della Normandia, dove continuò a perseguire la politica inglese, assicurando l’incoronazione del giovane Enrico VI a Parigi nel dicembre 1431. Il La morte della duchessa Anna e il matrimonio di Bedford con Jacqueline, figlia del conte di Saint-Pol, nel 1433 distrusse i rapporti amichevoli tra l’Inghilterra e la Borgogna e minò gravemente la posizione inglese in Francia. Bedford morì a Rouen nel settembre 1435, la sua politica in rovina, dopo il fallimento dei negoziati di pace al Congresso di Arras, che aveva visto il duca Filippo abbandonare finalmente la causa inglese e fare la pace con la Francia. Bedford, sebbene perseguisse la causa inglese, era universalmente rispettato. Alcuni anni dopo la sua morte, il re Luigi XI di Francia, al consiglio di deturpare la sua tomba, avrebbe risposto: «Lascia che il suo corpo riposi in silenzio; il che, quando era vivo, avrebbe turbato i più orgogliosi di noi tutti; e per quanto riguarda la tomba, che, ti assicuro, non è così degna di quanto meritino i suoi atti, ritengo un onore che rimanga nei miei domini ».

Lynda Rollason