Tiepolo, giovanni battista (1696-1770), pittore italiano, maestro di scuola veneziana. Tiepolo era famoso durante la sua vita come un superbo pittore di affreschi e un brillante disegnatore. Artista altamente inventivo, riuscì a creare effetti spettacolari in luoghi difficili, dalla stretta galleria del palazzo patriarcale di Udine a metà degli anni Venti del Settecento al vasto soffitto della scalinata della Residenza di Würzburg all’inizio del Settecento. I contemporanei hanno riconosciuto il suo approccio vivace e dinamico all’argomento e il suo modo di dipingere francamente sensuale. Tiepolo è paragonabile nella sua energia irrequieta e potere immaginativo a Peter Paul Rubens, ed essenzialmente ha lavorato con un linguaggio barocco simile di mito, allegoria e storia, che ha infuso con un senso di freschezza e modernità. Il suo approccio all’arte religiosa è caratterizzato da candore e naturalismo, mentre rispondeva alle diverse preoccupazioni di mecenati e spettatori in un momento in cui la chiesa si trovava di fronte a nuovi tipi di devozione e critica. Con l’avvento del neoclassicismo, l’arte del Tiepolo cadde in disgrazia: in un’epoca che apprezzava la correttezza archeologica, la razionalità e gli ideali di miglioramento, la sua arguta concezione veronese di soggetti storici o classici sembrava frivola, mentre le sue qualità visivamente seducenti erano viste come ostile ai seri scopi intellettuali della nuova arte. Tuttavia, i suoi disegni e schizzi ad olio continuarono ad attrarre collezionisti, tra cui Antonio Canova.
Figlio di un mercante di navigazione veneziano, Tiepolo fu apprendista nel 1710 da Gregorio Lazzarini (1655-1730), artista di fama internazionale frequentato da importanti famiglie veneziane. Prima di diventare maestro indipendente, ha lavorato nella casa del Doge Giovanni Corner; i membri della famiglia Corner dovevano essere i suoi mecenati più risoluti e liberali. Lazzarini incoraggiò i suoi allievi a studiare l’arte del Cinquecento veneziano, e Tiepolo disegnò alcune famose opere per la pubblicazione nel Gran Teatro di Venezia del 1717. Il suo primo coinvolgimento con il fiorente mondo dell’incisione e dell’editoria veneziana fu rinnovato nel 1724 quando realizzò disegni di sculture antiche come illustrazioni per Scipione Maffei Verona Illustrata, un’esperienza che ha dato a Tiepolo un’immaginosa empatia con frammentari resti antichi, che ricorrono nei suoi disegni, incisioni e dipinti. Oltre a studiare l’arte del passato, Tiepolo guardava al tenebrismo di Federico Bencovich (1677–1753) e al realismo e monumentalità di Giovanni Battista Piazzetta (1682–1754). Nel 1719 Tiepolo sposò Cecilia Guardi, dalla quale avrebbe avuto nove figli. A quel punto, l’artista lavorava per una rete di mecenati mercantili e nobili su argomenti religiosi e secolari.
La fama di Tiepolo fu assicurata, tuttavia, con il successo del suo impiego da parte del Patriarca Dionisio Dolfin in un complicato programma iconografico di decorazione ad affresco presso il palazzo patriarcale di Udine intorno al 1725-1727; altri membri della famiglia commissionarono una serie di grandi dipinti ad olio su temi marziali romani per la Ca’Dolfin di Venezia, dipinti nel 1726-1729. Diverse le commissioni seguite nel nord Italia, con la decorazione ad affresco ai palazzi Archinto e Dugnani a Milano (1729-1731 ca.) ea Villa Loschi vicino a Vicenza (1734) di particolare importanza, generando ulteriori commissioni da milanesi e vicentini patroni. Nel 1736 Tiepolo era sufficientemente famoso perché l’ambasciatore svedese a Venezia lo invitasse a decorare il nuovo palazzo reale di Stoccolma. Sia i clienti locali che quelli stranieri hanno apprezzato il modo in cui le sue qualità distintive di lucidità, grazia e briosa manipolazione contrastavano con lo stile più intenso e robusto di Piazzetta. Così, il neo eletto arcivescovo elettore di Colonia, che visitò Venezia nel 1734, doveva commissionare pale d’altare a entrambi gli artisti. Tra le opere celebri del Tiepolo a Venezia ci sono gli affreschi del 1737–1739 nella chiesa domenicana di S. Maria del Rosario e quelli del 1743–1745 nella chiesa dei Carmelitani Scalzi di S. Maria di Nazareth (poi distrutta), insieme alla decorazione del grande salone di Palazzo Labia (1746-1747 ca.) con sontuose scene della storia di Antonio e Cleopatra. Francesco Algarotti divenne un amico intimo all’inizio degli anni ‘1740, commissionando dipinti e chiedendo la sua consulenza artistica; condividevano la passione per l’arte di Paolo Veronese (al secolo Paolo Caliari). In questo periodo Tiepolo lavorò a due serie di acqueforti, la Vari Capricci e la Scherzi di Fantasia, che contemporanei paragonarono all’opera di Rembrandt e Giovanni Benedetto Castiglione. Gestì uno studio molto attivo, con i figli Giovanni Domenico (1727–1804) e Lorenzo (1736–1776) che gradualmente assunsero ruoli importanti.
Alla fine del 1750 Tiepolo si recò a Würzburg con Domenico e Lorenzo, lavorando nei tre anni successivi alla decorazione ad affresco della residenza del principe-vescovo e su una varietà di pale d’altare e dipinti di gabinetto. Dopo il suo ritorno a Venezia, i successi di Tiepolo includevano la decorazione ad affresco a Villa Valmarana vicino a Vicenza nel 1757, dove dipinse temi della poesia epica, accanto alle incantevoli scene di genere del figlio Domenico, e la grande e maestosa pala d’altare di Santa Tecla (1759) per la cattedrale di Este. Invitato a Madrid nel 1761 per decorare la sala del trono del nuovo palazzo reale in un momento in cui aveva in mano numerose commissioni, Tiepolo fu sollecitato dal governo veneziano ad accettare. Con Domenico e Lorenzo lavorò a vari affreschi del palazzo reale dal 1762, e su commissioni religiose, fino alla sua morte a Madrid nel 1770.