Paul v

Paolo v (papa) (Camillo Borghese; 1552–1621; regnò 1605–1621), papa italiano. Dopo aver conseguito il dottorato in giurisprudenza a Perugia, Borghese, di origini senesi, fu ordinato a Roma e prese incarichi curiali. Nel 1593, Clemente VIII (regnò dal 1592 al 1605) lo inviò come inviato di Filippo II di Spagna. Dopo aver servito come vescovo di Iesi (1597-1599), vicario di Roma e inquisitore (1603), fu eletto papa soprattutto a causa della sua neutralità nei confronti della Spagna e della Francia. Aveva forti opinioni sull’autorità papale e aveva abili cardinali, Bellarmino e Baronio, per il sostegno nelle controversie.

L’appello di Paolo a Giacomo I (governato dal 1603 al 1625) di non punire i cattolici in Inghilterra dopo il complotto della polvere da sparo (5 novembre 1605) portò il Parlamento a chiedere un giuramento di fedeltà dei cattolici, che abiurava la fede nel potere del papa di deporre i governanti e ritirare la loro lealtà dei soggetti nei loro confronti. Paolo lo condannò, ma le sue comunicazioni ambigue con Giacomo sui doveri dei cattolici verso il loro re e le controversie tra i cattolici in Inghilterra provocarono dure reazioni contro di loro.

Paolo adottò una tenace adesione al principio dell’immunità del clero dalla giurisdizione secolare. Nel 1606, questo sentimento si scontrò con la Repubblica di Venezia quando due ecclesiastici criminali furono perseguiti nei tribunali secolari di quella regione. Venezia aveva anche approvato leggi contro l’appropriazione di beni immobili per la chiesa e contro la costruzione di nuove chiese senza il permesso della Repubblica. Dopo che Venezia si rifiutò di abrogare le leggi e di rilasciare questi chierici, Paolo scomunicò il doge e il governo di Venezia, ponendo la città sotto interdetto. In segno di sfida, Venezia ha tenuto servizi religiosi e ha combattuto Roma in una guerra di pamphlet. Un anno dopo, un compromesso negoziato dalla Francia rese chiara l’inefficacia di tali sanzioni e l’indebolimento della posizione del papato nei confronti delle potenze europee.

Nel 1611 Paolo condannò le teorie della chiesa gallicana, secondo la quale il potere del re proveniva direttamente da Dio e non era mediato dal papa. Il re francese alla fine si ritirò da questa posizione. Nel 1614, quando gli Stati Generali proibirono la pubblicazione dei decreti del Concilio di Trento in Francia, molti prelati francesi decisero di pubblicarli nei sinodi provinciali.

Nell’Europa centrale, le tensioni tra i principi cattolici, luterani e calvinisti portarono a rinnovate ostilità nel 1618 dopo il crollo della pace religiosa di Augusta (1555). Alla fine Paolo diede un forte sostegno all’imperatore Ferdinando II (governato dal 1619 al 1637) in questo conflitto, noto in seguito come la Guerra dei Trent’anni (1618-1648).

Paolo promosse la riforma tridentina imponendo la residenza episcopale, salvaguardando l’ortodossia cattolica attraverso l’Inquisizione e la Congregazione dell’Indice e promuovendo il lavoro dei nuovi ordini religiosi (Gesuiti, Teatini, Cappuccini e Oratoriani). Ingiunse sia i domenicani che i gesuiti di insegnare le loro posizioni sulla questione del libero arbitrio e della prescienza di Dio (controversia molinista) senza accusarsi a vicenda di eresia. Ha incaricato Galileo Galilei (1564-1642) di astenersi dall’insegnare come verità la teoria di Copernico sulla rotazione della Terra attorno al sole. Ha approvato l’uso della lingua vernacolare nei servizi liturgici per i missionari in Cina e India e ha incoraggiato l’attività missionaria in Canada, Giappone, Etiopia, Congo e Medio Oriente. Paolo canonizzò Carlo Borromeo (1610) e Francesca Romana (1614) e beatificò Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Filippo Neri, Teresa d’Avila, Isidoro il Contadino (tutti canonizzati nel 1623) e molti altri.

Paolo arricchì la sua famiglia, soprattutto il cardinale nipote Scipione Borghese, che divenne un grande mecenate dando incarichi a Gian Lorenzo Bernini, costruendo Villa Borghese e ristrutturando chiese a Roma. Paolo restaurò il Palazzo del Quirinale e completò la basilica di San Pietro (e aveva il suo nome inciso sulla sua facciata). Arricchì la Biblioteca Vaticana, creò l’Archivio Segreto Vaticano e restaurò l’acquedotto di Traiano. Nel 1614 pubblicò il riformato Rituale Romanum.

Paolo fu colpito da un ictus celebrando la sconfitta del re calvinista, Federico V di Boemia, nella battaglia della Montagna Bianca (8 novembre 1620); morì poco dopo. È sepolto nella Cappella Paolina Borghese di Santa Maria Maggiore.