RABELAIS, FRANÇOIS (c. 1483–1553), scrittore francese. Poco si sa dei primi anni di vita di Rabelais; anche l’anno della sua nascita rimane incerto. È nato vicino a Chinon, nella Valle della Loira, e si riferisce affettuosamente alla regione nel suo lavoro. Da giovane Rabelais si unì ai francescani (c. 1510), studiò sia teologia che diritto, e frequentò o corrispondeva con i principali studiosi umanisti dell’epoca. Nel 1521 era diventato sacerdote e aveva acquisito la reputazione di essere sia un eccellente studioso di greco che un piantagrane, poiché i suoi superiori francescani confiscavano i suoi libri greci. All’inizio del 1530, dopo aver lasciato i francescani per i benedettini, e poi lasciato completamente la vita monastica per diventare un sacerdote secolare, era un medico di spicco che viveva a Lione, la capitale culturale (ed editoriale) della Francia in quel momento. Lì prese un posto in un ospedale, iniziò una corrispondenza con Desiderio Erasmo e pubblicò diversi testi medici.
Nell’autunno del 1532 Rabelais pubblicò un tipo di testo molto diverso: Pantagruel, il primo dei fumetti a cui deve la sua fama. Il notevole successo commerciale del libro non ha impedito che (o le opere successive di Rabelais) venissero condannati dalla Sorbona, la cui facoltà di teologia fungeva da ufficio di censura della chiesa. Tuttavia, i patroni di Rabelais lo hanno protetto abbastanza bene da poterlo seguire Pantagruel’s successo pubblicando Gargantua alla fine del 1534 o all’inizio del 1535. Gargantua a sua volta ebbe successo e fu molto controverso; Rabelais scelse, nel clima politico-religioso sempre più pericoloso della metà degli anni Trenta, di pubblicare meno ed evitare il più possibile la Francia. Trascorse molto tempo in Italia tra la fine degli anni ‘1530 e l’inizio degli anni ‘1530, spesso con membri della potente famiglia du Bellay, che continuarono a proteggerlo. Dopo dodici anni di esilio intermittente e silenzio, Rabelais pubblicò, nel 1540, il Terzo libro. Date le polemiche che suscitò, Rabelais ritenne prudente lasciare ancora una volta la città, rifugiandosi questa volta a Metz. Nel 1548 tornò a Roma su richiesta del cardinale Jean du Bellay, lasciando una bozza incompleta del Un quarto di libbra con il suo editore a Lione. Quest’ultimo lo stampò immediatamente, forse con irritazione di Rabelais, che non produsse la versione finale fino al gennaio 1552. Il Un quarto di libbra fu, come i precedenti volumi di Rabelais, prontamente attaccato dalla Sorbona, ma grazie alla fama e ai legami dell’autore i censori non poterono impedire la pubblicazione. Rabelais morì all’inizio degli anni Cinquanta, probabilmente il 1550 aprile 9. A Quinto libro, pubblicato diversi anni dopo la morte di Rabelais, nel 1564, è di dubbia, o nel migliore dei casi parziale, autenticità.
I quattro libri autentici insieme costituiscono un capolavoro comico di prim’ordine, unico nella letteratura occidentale. Pantagruel, in apparenza un libro di mercato di massa, una parodia di popolari romanzi cavallereschi pieni di eroi sovrumani, mostri favolosi e umorismo spesso osceno, è in realtà un’opera immensamente complessa, che combina le caratteristiche della letteratura popolare con l’apprendimento profondo, la satira d’attualità e l’entusiasmo per gli ideali dell’umanesimo rinascimentale. Gargantua, la storia del padre di Pantagruel, condivide le caratteristiche (ad esempio, la sua traiettoria narrativa) con il suo predecessore ma è più sofisticata, evitando almeno alcune delle Pantagruel’s cruda farsa a favore di una satira politica e religiosa elaborata, un impegno più chiaro per un cristianesimo erasmiano tollerante e un riesame non del tutto anti-ironico del progetto umanista. Il Terzo libro è il meno apertamente comico dei quattro libri; è dominato dal contrasto tra il saggio umanista Pantagruel e il suo aiutante irrazionale e appetitoso Panurge (dal greco, nel senso di ‘uno disposto a fare qualsiasi cosa’), che consulta una serie di più o meno stravaganti ” esperti “per sapere se deve sposarsi. Questa opposizione continua nel Un quarto di libbra, in cui Pantagruel, Panurgo ei suoi compagni si imbarcano in un viaggio in mare per visitare l’oracolo del Bottiglia da immersione (‘bottiglia sacra’). Le isole che visitano sono popolate da una serie di strani esseri assurdamente sicuri nelle proprie varietà di follia, e il viaggio rappresenta così per il lettore i limiti della comprensione umana e la conseguente (e pericolosa) assurdità di qualsiasi pretesa di interpretazione definitiva o conoscenza, soprattutto in materia di fede.
Rabelais è forse il più difficile degli autori francesi. Il suo immenso apprendimento, la ricchezza del linguaggio e l’intenso impegno con le questioni letterarie, religiose e politiche dei suoi giorni producono una densità e complessità di allusioni e giochi linguistici che richiedono un grande impegno da parte del lettore. Questo era vero anche per i contemporanei di Rabelais, la maggior parte dei quali nondimeno lo riconosceva come uno scrittore di prim’ordine, sebbene alcuni fossero respinti dal suo umorismo intransigente. Cadde in disgrazia nel diciassettesimo secolo, anche perché la sua esuberanza linguistica era in contrasto con l’estetica più severa del tempo. Per molti nel diciottesimo e diciannovesimo secolo fu più parlato che letto, un semplice nome che rappresentava nel migliore dei casi il buonumore ubriaco, nella peggiore dissolutezza letteraria grossolana. Il ventesimo secolo ha visto una rinascita di interesse per Rabelais e, come risultato della lettura effettiva di ciò che ha scritto, un apprezzamento più vero per la sua immensa realizzazione. All’inizio del ventunesimo secolo, l’entusiasmo e la controversia suscitati da Rabelais non accennano a diminuire. In particolare, le tensioni tra il serio e il comico nel suo lavoro continuano a provocare un vivace dibattito critico.