Papa della Chiesa cattolica dal 1555 al 1559. Zelante riformatore della chiesa, Paolo portò il papato in una direzione diversa da quello che considerava il pericoloso secolarismo umanista del Rinascimento. Nato come Giovanni Carafa, nel comune di Capriglio in Campagna, apparteneva a una nobile famiglia che annovera tra i suoi membri cardinali e alti funzionari ecclesiastici. Si formò in latino e greco ma rifiutò gli insegnamenti umanisti del Rinascimento, seguendo invece le filosofie della scolastica medievale. Fu ordinato sacerdote nel 1505 e poco dopo fu nominato vescovo della città di Chieti. Nel 1518 fu nominato arcivescovo di Brindisi, città portuale sul mare Adriatico, e nel 1536 fu nominato cardinale. Divenne arcivescovo di Napoli nel 1549 e nel 1555 fu eletto papa come Paolo IV.
Paolo era un severo disciplinare che aveva scarsi rapporti con i governanti cattolici d’Europa, inclusi gli imperatori asburgici e il re di Spagna. Ha risparmiato poco sforzo nel far rispettare una riforma rigorosa e radicale della chiesa. Fece processare monaci, sacerdoti e cardinali per infrazioni minori e condannarli al carcere e alle galere degli schiavi e bandì funzionari della chiesa da altre città che avevano intrapreso la vita di corte facile nella città di Roma. Si oppose ferventemente alla presenza degli ebrei a Roma e nel 1555 decretò la costruzione del ghetto della città, un recinto fortificato dove gli ebrei romani erano costretti a vivere e lavorare.
Per evitare che opinioni opposte e visioni eretiche si diffondessero al pubblico, istituì nel 1559 il Indice Librorum Prohibitorum, o Index of Forbidden Books, un elenco di volumi (compresi tutti i libri e i volantini scritti da protestanti) che erano ormai vietati ai cattolici. Paolo aveva poco riguardo per il lavoro dei consigli ecclesiastici generali, tuttavia, e non riuscì a convocare il Concilio di Trento, che aveva ancora degli affari in sospeso in materia di riforma e riconciliazione di cattolici e protestanti. Quando l’imperatore asburgico Carlo V accettò la pace di Augusta che consentiva ai principi protestanti di stabilire la fede di loro scelta nei propri domini, Paolo minacciò di deporre l’imperatore e sostituirlo con qualcuno più fedele alla Chiesa cattolica.
Paolo condusse la guerra contro il re spagnolo Filippo II nel 1556. Le forze alleate del papa subirono una disfatta entro un anno e i pesanti fardelli che la guerra impose alla chiesa, così come il suo flagrante nepotismo nel nominare i suoi parenti a posizioni elevate , ha reso il papa ampiamente impopolare. Alla sua morte nel 1559, i romani si ribellarono per mostrare il loro dispiacere per la sua politica e bruciarono gli uffici dell’Inquisizione romana.
Vedi anche: Indice; Inquisizione; Paul III; Riforma, cattolica