Frank Andrew Munsey (1854-1925), editore americano, ha costruito un impero di giornali e riviste all’inizio del XX secolo.
Frank Munsey è nato a Mercer, nel Maine, il 21 agosto 1854, figlio di genitori poveri ma laboriosi. Ragazzo sobrio e industrioso, è andato a lavorare per la Western Union Telegraph Company. Costante e ambizioso, divenne presto direttore del suo ufficio ad Augusta, nel Maine. Per ragioni oscure, decise di pubblicare come mezzo per raggiungere la fortuna e nel 1882 andò a New York City per pubblicare Golden Argosy, una rivista giovanile. Aiutò Argosy scrivendo racconti tipo Horatio Alger, mentre acquistava, fondeva e chiudeva altre proprietà editoriali, alcune illustri, come Godey di e Peterson’s.
Munsey ha lottato per avere successo. Non si è sposato e non ha sviluppato alcun interesse collaterale sorprendente o individuale. Si dedica agli affari in un periodo che ha visto l’emergere della popolare rivista. Nel 1891, con galeone producendo meno entrate di quanto consentito dai suoi piani, iniziò Di Munsey, rivolto a un vasto pubblico generale a cui i suoi concorrenti vendevano riviste a 25 centesimi o più. Munsey’s era meno distinto della maggior parte di questi, ma nel 1893 Munsey rese la rivista più vendibile riducendo il prezzo a 10 centesimi.
Quando a Munsey sono stati rifiutati i privilegi di distribuzione dall’American News Company, che temeva l’effetto del suo prezzo sul controllo del campo, Munsey ha reagito creando il proprio sistema di distribuzione. La sua breve e coraggiosa battaglia ruppe il monopolio e stabilì la popolare rivista, rendendola disponibile a un nuovo e più ampio pubblico di lettori.
Con il suo reddito ormai assicurato, Munsey ha iniziato una campagna che ha influenzato molte carriere giornalistiche. Rivolse la sua attenzione ai giornali, acquistando, consolidando o chiudendo numerose pubblicazioni, incluso il New York Sun, i Baltimore Star, e la Philadelphia Times. Sebbene molte delle sue transazioni fossero risentite, Munsey insistette sul fatto che i giornali non redditizi meritavano di essere uccisi e che il consolidamento era l’unica risposta a questo problema. Tuttavia, il suo potere crescente come signore giornalistico non ha fornito prove di distinte politiche o innovazioni tecniche.
Munsey ha ampliato i suoi interessi, assumendo la proprietà di una catena di negozi di alimentari e speculando in borsa. Il suo sostegno a Theodore Roosevelt e al partito progressista nel 1912 sorprese alcuni osservatori, che erano della politica generalmente conservatrice di Munsey. Tuttavia, la posizione di Munsey indicava solo la sua consapevolezza che la grande industria aveva più da guadagnare dalla regolamentazione del governo che dall’impresa di avvio libero, che poteva mettere in imbarazzo i finanzieri attraverso panico o recessioni. Più tipico del pensiero di Munsey era la sua opposizione alla Società delle Nazioni. Morì il 22 dicembre 1925, lasciando solo il suo controverso impero.
Ulteriori letture
Un resoconto di Munsey è in George Britt, Quarant’anni, quaranta milioni (1935). Louis Filler, Crociati per il liberalismo americano (1939), tratta Munsey come un pioniere nella creazione della popolare rivista. Vedi anche Oswald G. Villard, Alcuni giornali e giornalisti (1923). □