Wolfram von Eschenbach (ca. 1170-ca.1230), uno scrittore tedesco di romanzi cavallereschi, fu uno dei più grandi poeti del Medioevo. Il suo capolavoro, Parzival, affronta il problema dell’atteggiamento e del rapporto dell’uomo con Dio.
Wolfram von Eschenbach nacque in una famiglia di cavalieri ministeriali o laccheri, probabilmente a Wolframs Eschenbach (così chiamato dal 1917) nella Franconia centrale vicino ad Ansbach. Vagante, ha praticato il cavalierato in Baviera, Svevia e Stiria, oltre che a casa. Nel 1203 visitò la corte di Wartburg del langravio Hermann I di Turingia. Wolfram probabilmente ha scritto una parte delle sue 25,000 righe Parzival nel castello di Wildenberg nell’Odenwald. Teneva un feudo improduttivo vicino alla sua città natale e quindi era un vassallo del conte di Wertheim.
All’inizio della sua carriera Wolfram compose nove brevi poesie, per lo più “canzoni dell’alba”, un genere basato sull’alba dei trovatori provenzali, in cui due amanti devono concludere il loro incontro notturno. Con il loro umore provocatorio e la padronanza del linguaggio dimostrano la superiorità di Wolfram nei confronti dei cortigiani cantori.
Dal 1197 al 1210 Wolfram lavorò Parzival, rivederlo, archiviarlo, approfondirlo e completarlo in distici convenzionali di quattro piedi, con solo tre battute quando la rima è femminile. È scritto in un linguaggio lapidario carico di significato e in uno stile versatile, il tutto rivelando una severa indipendenza, potere creativo e malizioso umorismo.
Parzival si basa solo in parte sul frammentario Perceval (ca. 1179) dei francesi trovare sei Chrestien de Troyes. I temi fondamentali di Wolfram della moralità e del rispetto per gli altri, la ricchezza dell’umorismo e l’individualità dello stile derivano poco da Chrestien. Né Chrestien si sofferma sul lento e doloroso sviluppo educativo di Perceval da un ragazzo desideroso e ben intenzionato, goffo ma puro di cuore, a una virilità nobile e matura, che incarna gli ideali medievali della perfezione umana, come fa Wolfram in Parzival. Parzival passa dalla disperazione del cielo alla compassione e all’affidamento umile e fiducioso in Dio. La sua storia è quella del graduale risveglio dei migliori istinti dell’uomo. Wolfram impiega molto simbolismo ma poca allegoria. La ricerca di Parzival per la purezza e la nobiltà e la sua lotta per la vera devozione religiosa sono simboleggiate dalla sua ricerca del Graal, che riesce solo al secondo tentativo. Il Graal, un oggetto familiare nei romanzi della cavalleria, acquista un significato più profondo nel trattamento di Wolfram. Lo descrive come una “pietra” dal cielo con poteri miracolosi. Diventa una cornucopia, un conservatore di vita e un portatore di messaggi divini. Significativa è anche l’idea del poeta della compagnia di cavalieri che hanno giurato di compiere nobili azioni – una compagnia su due livelli: la tavola rotonda arturiana e la compagnia sacra dei Cavalieri del Graal.
Wolfram non solo ha approfondito il significato del racconto di Chrestien; ha anche ampliato la trama. Ha aggiunto la storia di Gahmuret, il padre di Parzival, e il suo primo matrimonio con una principessa moresca, Balakane, che gli ha dato il figlio pezzato pagano Feirefiz, l’esempio della nobiltà pagana, che Wolfram ha valutato come la sua controparte cristiana. Questo riceve stress quando Feirefiz e Parzival si incontrano in un combattimento non riconosciuto.
Forse per nascondere la sua originalità, che non era un vantaggio per un poeta medievale, Wolfram ha sottolineato un’altra fonte, l’opera di Kyot, un misterioso scrittore di provenienza provenzale. Gli studiosi hanno speso invano molta ingegnosità per scovare Kyot. Per spiegare le opinioni religiose non sempre ortodosse di Wolfram, alcuni critici hanno scoperto tracce di eresie albigesi nel Parzival, ma la maggior parte degli scrittori attribuisce a Wolfram la devozione di un laico devoto.
Titurel, uno dei due poemi epici incompiuti di Wolfram, è scritto in strofe di quattro versi con rima femminile, ogni verso diviso da una cesura. Esistono solo due frammenti di questa poesia. Si occupa della storia precedente e dell’amore di due dei personaggi minori di Parzival. Più importante è la leggenda cavalleresca scritta in modo compatto ma anche incompleta Willehalm, composta tra il 1212 e la morte di Wolfram. Si basa su diversi epiche. L’eroe titolare, un vassallo di Luigi il Pio, è un devoto combattente per Dio che non condivide gli scrupoli che affliggono il giovane Parzival. La sua moglie pagana, Gyburg, convertita al cristianesimo, è disegnata come un personaggio nobile.
La reputazione di Wolfram rimase alta anche dopo che il titolo di cavaliere era svanito. Nel Guerra di Wartburg della fine del XIII secolo, è raffigurato come il difensore del cristianesimo contro lo stregone pagano Klingsor. I Meistersinger del XV secolo lo consideravano uno dei loro fondatori. Nel XIX secolo Richard Wagner ha reso omaggio a Wolfram nelle sue opere Tannhäuser e Parsifal. In quest’ultima opera si è occupato liberamente della fonte ma ha mostrato rispetto per il significato profondo del poema.
Ulteriori letture
Due recenti traduzioni in inglese di Parzival, entrambi contengono un’introduzione critica, sono Edwin H. Zeydel e Bayard Q. Morgan, Parzival (1951), che, ad eccezione dei passaggi meno importanti, è nel metro originale; e Helen M. Mustard e Charles E. Passage, Parzival (1961), presentato in prosa, che separa la forma importantissima dal contenuto. Vedere il capitolo su Parzival di Otto Springer in Roger S. Loomis, ed., Letteratura arturiana nel Medioevo: una storia collaborativa (1959). Consigliati per il contesto storico sono Frederick B. Artz, La mente del Medioevo, 200-1500 d.C.: un’indagine storica (1953; 3d rev. Ed. 1965) e Maurice O. Walshe, Letteratura tedesca medievale: un’indagine (1962). □