Simeon Bar Kochba (morto nel 135) guidò l’ultima rivolta ebraica contro il dominio romano in Palestina, 132-135.
Simeon Bar Kochba è circondato dalla leggenda e poco si sa della sua vita. Dai riferimenti nel Talmud, nei Rotoli del Mar Morto e nelle fonti romane, emerge come un uomo sicuro di sé e deciso ma capriccioso di grande vigore e valore. Le firme sui documenti rinvenuti nel 1951 e successivamente nelle grotte vicino al Mar Morto indicano che il vero cognome di Bar Kochba era Bar Kosba, il “figlio di Kosba” o “l’uomo di Kosba”. Nel Talmud è indicato come Bar Koziba, in aramaico per “figlio di una menzogna”. Questo gioco sul suo nome è stato probabilmente coniato dai suoi critici o da coloro che sono stati ingannati nella loro convinzione che fosse il Messia.
La causa principale della rivolta guidata da Bar Kochba fu la grande ostilità degli ebrei verso i romani, che avevano governato la Palestina dal 64 a.C. La precedente rivolta ebraica (66-70 d.C.) aveva portato alla distruzione di Gerusalemme e del Tempio. Successivamente gli imperatori romani non mantennero le loro promesse di ricostruire il Tempio, e nel 130 l’imperatore Adriano ordinò la ricostruzione di Gerusalemme come città greco-romana con un santuario a Giove sul sito del Tempio. Inoltre, il decreto di Adriano contro la mutilazione corporea è stato interpretato come un divieto della circoncisione, una parte importante del rituale ebraico.
Quando Bar Kochba alzò lo stendardo della rivolta nel 132, migliaia di ebrei da ogni parte della Palestina, così come da altre terre, si arruolarono nel suo esercito; anche i Samaritani ostili si unirono a lui. I patrioti ebrei si stavano preparando da alcuni anni alla ribellione, raccogliendo armi e fortificando numerose grotte collegate da passaggi sotterranei. All’inizio Bar Kochba ebbe un notevole successo. Prese Gerusalemme, eresse un altare sul Monte del Tempio e iniziò a costruire un muro intorno alla città. Ha assunto il titolo di N’si Yisrael (il principe d’Israele).
Adriano mandò Severo, il suo più abile generale, a sedare la ribellione. Severo esitò ad incontrare Bar Kochba sul campo e invece assediò e conquistò una fortezza dopo l’altra, costringendo gli ebrei a fuggire sulle montagne e nascondersi nelle caverne. La loro ultima roccaforte era migliore, a sud-ovest di Gerusalemme, dove resistettero per circa un anno; lì Bar Kochba fu ucciso nel 135. La rivolta era fallita e, a parte le pesanti perdite militari ebraiche, migliaia di persone morirono di carestia. Anche le perdite romane furono così pesanti che Severo nel suo rapporto finale al Senato romano omise la frase abituale: “Io e l’esercito stiamo bene”. Bar Kochba, l’eroe, ha vissuto nella leggenda ebraica.
Ulteriori letture
I resoconti della ribellione di Bar Kochba possono essere trovati nelle storie standard del popolo ebraico. Una delle migliori brevi storie è quella di Max L. Margolis e Alexander Marx, Una storia del popolo ebraico (1927). Una grande storia multivolume è Salo Wittmayer Baron, Una storia sociale e religiosa degli ebrei (14 voll., 1952-1969). □