Papa pio v

Pio v (papa) (Antonio Ghislieri; 1504–1572; regnò 1566–1572), nato il 17 gennaio 1504 a Bosco Marengo, presso Alessandria; eletto papa il 7 gennaio 1566; morì il 1 maggio 1572; beatificato il 10 maggio 1672; canonizzato il 22 maggio 1712. Antonio Ghislieri entrò nell’Ordine Domenicano all’età di quattordici anni a Voghera, per cattive condizioni, e cambiò il suo nome in Michele. Studiò a Bologna e Genova, fu ordinato sacerdote nel 1528 e insegnò filosofia e teologia a Pavia fino al 1544, quando fu fatto inquisitore per Como e poi per Bergamo. Notato per l’austerità, l’intelligenza, l’indipendenza, l’incorruttibilità e la rigorosa fedeltà all’ortodossia cattolica romana, fu nominato a molti uffici all’interno del suo ordine e presto trovò il favore tra i cardinali che sollecitavano misure forti per combattere l’eresia luterana in Italia. Nominato alto commissario dell’Inquisizione nel 1551 da Giulio III (regnò dal 1550 al 1555), Ghislieri ne promuoverà con zelo l’opera fino alla morte, perseguendo persone senza rispettare lo status sociale o clericale o privilegi per garantire un’Italia purificata dall’eresia. Eletto vescovo di Sutri e Nepi nel 1556 e nominato Prefetto del Palazzo dell’Inquisizione, fu nominato Cardinale e nominato Inquisitore Generale (Grande Inquisitore) della Chiesa Romana l’anno successivo (1557), ma si trasferì da Roma alla diocesi di Mondovì per l’elezione di Papa Pio IV (regnò dal 1559 al 1565).

Eletto papa nel 1566 dalla fazione guidata dal cardinale Carlo Borromeo (nipote di papa Pio IV), si mise ad attuare i decreti del Concilio di Trento, chiedendo che i vescovi risiedessero nelle loro diocesi e i chierici nei loro ministeri e che le suore e il clero regolare essere di clausura. Ha riformato molti ordini religiosi e nello Stato Pontificio ha fatto rispettare rigorosamente il divieto di alienazione dei beni ecclesiastici. Rispondendo alla chiamata del Concilio di Trento per un catechismo e testi liturgici standard, aveva pubblicato il Catechismo romano (1566), il Breviario romano rivisto (1568) e il Messale romano (1570), e ha istituito la Congregazione dell’Indice (1571) per esaminare i libri pubblicati in Italia. Estremo riformatore della moralità, cercò di purificare Roma dalla bestemmia, maledizione, adulterio, stregoneria, sodomia e da tutte le vestigia del paganesimo; bandì la prostituzione e la corrida (senza successo in Spagna). Allo stesso tempo, ha promosso la predicazione costante, il culto di Maria e del Rosario e la devozione eucaristica. Zelante di mantenere una religione purificata nello Stato Pontificio, Pio limitava i mercanti ebrei nei loro quartieri a Roma e ad Ancona, espellendo tutti gli altri. Senza compromessi con gli eretici e difensore dell’ortodossia, condannò settantasei tesi di Michele Baius (1567) e canonizzò Tommaso d’Aquino come quinto dottore della Chiesa latina, curando anche la pubblicazione delle sue opere.

Il rigore di Pio si ripercuote negli affari esteri. Sostenne fortemente Catherine de Médicis in Francia contro gli ugonotti nelle guerre di religione (1562–1598), ma fu adirato per la tolleranza successivamente estesa agli ugonotti nella pace di Saint-Germain (1570). Esortò l’imperatore Massimiliano II (governato dal 1564 al 1576) a perseguire energicamente gli eretici nell’impero, ma si arrabbiò dopo aver ricevuto poca soddisfazione. Sostenne gli sforzi del duca d’Alba nei Paesi Bassi per sopprimere l’eresia, ma sfidò vigorosamente gli sforzi del re Filippo II per esercitare il controllo sulla chiesa in Spagna. Altri monarchi sentirono la sua furia. Sconsideratamente scomunicò e depose la regina Elisabetta I con il toro Regna in alto (1570), chiedendo che i sudditi cattolici le ritirassero l’obbedienza sotto pena di scomunica; ha ricevuto poco sostegno per questo. Le azioni unilaterali, spesso controproducenti, di Pio negli affari esteri sembravano tenere poco conto delle realtà politiche. Tuttavia il 7 ottobre 1571 ottenne il successo: unendo le sue forze navali con Venezia e la Spagna sotto il comando di Don Giovanni d’Austria, determinò la sconfitta della flotta turca a Lepanto. Si dice che Pio abbia avuto una visione che le forze cristiane sarebbero state vittoriose lì. Il fallimento nel dare seguito a questa vittoria, tuttavia, si sarebbe poi rivelato un errore strategico. Le spoglie di Pio si trovano nella Basilica di Santa Maria Maggiore.