Lo scrittore e pittore italiano Carlo Levi (1902-1975), noto come leader antifascista durante la dittatura di Mussolini, ottenne un clamoroso successo internazionale con il suo libro “Cristo si è fermato a Eboli” nel 1945.
Carlo Levi è nato il 29 novembre 1902 a Torino, in Italia. Nonostante si sia laureato in medicina presso l’Università di Torino, non ha mai praticato medicina. Invece, ha iniziato a dipingere e ha seguito attività letterarie. Levi ha diretto la pubblicazione antifascista clandestina Lotta politica e con un gruppo di colleghi fonda il movimento Giustizia e Libertà.
Il suo primo arresto per attività antifascista avvenne nel 1934. Nel 1935-1936 Levi visse in esilio politico sotto sorveglianza della polizia nella provincia meridionale della Lucania a causa della sua opposizione al governo fascista. Dopo il suo rilascio, si è unito alla Resistenza a Parigi. Nel 1944 e nel 1945 visse a Firenze e fu coeditore di La nazione del popolo. Nel 1945 e 1946 ha diretto L’Italia libera A Roma.
Opera più famosa
L’esilio di Levi nella remota provincia della Lucania, in un ambiente appena sfiorato dalla civiltà moderna, gli creò una profonda impressione. Da questa esperienza di un mondo quasi fuori dal tempo è nato il suo primo libro, Cristo si è fermato a Eboli (1945; Cristo si è fermato a Eboli). Una combinazione di reportage, diario e cronaca giornalistica, il lavoro è stato scritto con una visione astuta del dilemma dell’Italia meridionale. Alla sua pubblicazione negli Stati Uniti nel 1947, il lavoro è stato descritto nel New York Times Book Review di Paolo Milano come “un diario, un album di schizzi, un romanzo, uno studio sociologico e un saggio politico”.
Altri scritti variavano
Ideologicamente, Levi ha denunciato la frattura tra le classi e ha protestato contro lo sfruttamento delle classi inferiori. Così, ha visto nella storia italiana una continua lotta tra contadini (contadini) e luigini (dopo Don Luigi, maestro di scuola locale e funzionario di partito del Cristo si è fermato a Eboli). Tali idee erano alla base del suo volume di saggi Paura della libertà (1946).
Il prossimo libro di Levi, L’orologio (1950), ha mostrato la sua disillusione per il corso della vita italiana dopo la Liberazione. La Roma dell’immediato dopoguerra è stata l’argomento di questo libro, in cui si alternano narrazione e osservazione critica e in cui i fatti si mescolano alla fantasia.
Negli scritti successivi di Levi, la sua tendenza a mescolare i fatti con la fantasia fu risolta a favore dell’approccio fattuale e critico. Le parole sono pietre: Tre giornate in Sicilia (1955) è il racconto di un viaggio in Sicilia e un’ulteriore denuncia della situazione nel Mezzogiorno italiano. Il futuro ha un cuore antico (1956) fu un rapporto critico su un viaggio in Unione Sovietica, le cui grandi tradizioni Levi considerava assorbite dalla rivoluzione. La doppia notte dei tigli (1959) fu un diario di viaggio critico, se non troppo preciso, sui pochi giorni che Levi trascorse in Germania. Con Tutto il miele è finito (1964) Levi tornò a un’indagine critica sulle province italiane svantaggiate. Questo libro, che ha preso il titolo da una melodia sarda, era la descrizione di un viaggio in Sardegna.
Carriera politica
Levi fu eletto al Senato italiano nel 1963 e servì per due mandati come comunista. Non è stato rieletto nel 1972. Per tutta la vita, Levi è stato una figura di spicco della scena artistica romana.
Molti dei dipinti di Levi si concentrano sulla figura umana e dimostrano la sua fede nell’uomo come centro dell’universo: “Ogni arte che non si rivolge all’intero uomo è destinata al fallimento”.
Levi morì di polmonite all’età di 72 anni a Roma il 5 gennaio 1975.
Ulteriori letture
Un utile background in inglese per lo studio di Levi è Sergio Pacifici, Una guida alla letteratura italiana contemporanea dal futurismo al neorealismo (1962). □