Il filosofo greco Anassimene (attivo nel 546 a.C.), ultimo degli importanti filosofi di Mileto, fu forse il primo filosofo a insistere su una legge fisica sottostante che governa l’universo.
I dettagli della vita di Anassimene sono quasi del tutto sconosciuti, ma si dice che sia fiorito nell’anno della caduta di Sardi. Ha scritto almeno un’opera in cui esponeva le sue opinioni filosofiche, e sebbene ora abbia perso, probabilmente è sopravvissuto ai tempi ellenistici. Ciò che è noto delle opinioni di Anassimene emerge in gran parte dalla discussione e dalla critica del suo lavoro di Aristotele e altri. Non c’è dubbio che Anassimene avesse familiarità con gli scritti di Anassimandro, poiché le loro opinioni sono molto vicine.
Anassimene postulò aer, che significa “vapore” o “aria”, come la sostanza di base da cui derivano tutte le altre cose. Lo ha descritto come invisibile quando distribuito uniformemente, ma mediante il processo di condensazione diventa visibile come nuvola, acqua e infine terra e pietra. La rarafazione, d’altra parte, fa sì che l’aria si espanda e si riscaldi per poi trasformarsi in fuoco. Anassimene potrebbe quindi spiegare la creazione di tutte le forme di materia attraverso il meccanismo di condensazione e rarefazione di questa sostanza, l’aria, che è ovviamente composta da particelle discrete.
Anche Anassimene presumeva che l’aria fosse in uno stato di moto perpetuo. Ciò ha fornito una spiegazione per i cambiamenti di densità che hanno prodotto l’infinito numero di mondi che sono nati e poi sono scomparsi, riassorbiti nell’aria infinita. Ha equiparato l’aria che sostiene l’universo con il respiro umano, che si identifica con l’anima. Questa implicazione che l’aria possedesse la vita era compatibile con la credenza contemporanea nell’identificazione dell’aria o del respiro con la vita.
Nella sua cosmologia Anassimene descrive la terra, il primo corpo celeste a prendere forma, venuta all’esistenza per condensazione; è piatto e galleggia, come tutti i corpi celesti, nell’aria primordiale e indefinitamente estesa. Gli altri corpi celesti sono fuoco nella sostanza e sono sorti per rarefazione dell’acqua emanata dalla terra. Anassimene ha continuato descrivendo l’universo non come una sfera completa come quella di Anassimandro ma come emisferica, con le stelle che passano intorno, non sotto la terra.
Nel suo tentativo di presentare una visione razionale e scientifica, nella forma di descrivere un processo naturale come responsabile della creazione di un mondo, e riducendo le differenze qualitative a differenze quantitative, Anassimene era solo parzialmente libero dalle credenze mitologiche. Tuttavia, ha fornito un modello che deve essere seguito dai filosofi naturali nello sviluppo della scienza.
Ulteriori letture
Non esiste una biografia completa di Anassimene, ma GS Kirk e JE Raven, I filosofi presocratici (1962), dà un buon resoconto della sua vita e del suo lavoro, sebbene sia alquanto difficile da leggere. Cyril Bailey, The Greek Atomists and Epicures (1964), è un’esposizione molto leggibile in cui le idee di Anassimene vengono chiarite e collocate in una prospettiva storica. Vedi anche WKC Guthrie, Una storia della filosofia greca (2 voll., 1962) e Felix M. Cleve, I giganti della filosofia greca presocratica (2 voll., 1965). □