Andrea del sarto

Il pittore italiano Andrea del Sarto (1486-1530) è stato uno dei più importanti pittori dell’Alto Rinascimento. Il suo uso altamente espressivo del colore è insuperabile nella pittura fiorentina.

Con Michelangelo e Raffaello che lavoravano a Roma, Andrea del Sarto divenne il principale pittore a Firenze dopo la morte di Fra Bartolommeo nel 1517, e attraverso i suoi allievi, II Rosso e Pontormo, fu un’influenza formativa vitale sullo sviluppo del manierismo.

Andrea nacque a Firenze il 16 luglio 1486. ​​Era il figlio di Agnolo di Francesco, un sarto (italiano, Sarto), da cui il nome Andrea del Sarto. Secondo Vasari, allievo di Andrea, si formò presso un orafo dall’età di 7 anni. Una fonte precedente identifica il maestro di Andrea, in modo abbastanza convincente, come Rafaellino del Garbo, un pittore molto competente e di successo della fine del XV secolo. All’età di circa 15 anni Andrea aprì una bottega indipendente con la Franciabigio, anche se non si immatricolò all’Arte dei pittori fino all’20 dicembre 11.

Periodo precoce

Nel 1509 Andrea ricevette la sua prima importante commissione pubblica per cinque affreschi nel chiostro d’ingresso della Chiesa dei SS. Annunziata, Firenze, raffigurante scene della vita di San Filippo Benizzi. Altri due affreschi, il Viaggio dei Magi e la Natività della Vergine, aggiunti nel 1511 e 1514, illustrano il rapidissimo sviluppo del suo stile. Dei dipinti su tavola, il bello Matrimonio mistico di Santa Caterina (ca. 1512; Dresda) mostra la sua profonda comprensione dell’arte di Leonardo, in particolare nell’uso espressivo e compositivo del chiaroscuro (luce e ombra). Andrea era molto selettivo nelle idee e nei motivi che traeva dai suoi grandi contemporanei fra Bartolommeo, Michelangelo e Raffaello. Le sue figure non sono idealizzate ma calorosamente umane e persino divertenti. Ha mostrato un notevole interesse iniziale per le xilografie del Nord di artisti come Albrecht Dürer, Martin Schongauer e Lucas van Leyden; e il suo interesse per la scultura non si limitò all’antico ma si estese all’utilizzo di modelli attuali dell’amico Jacopo Sansovino, con il quale condivise una bottega dal 1511 al 1517.

Periodo medio

Tra il 1511 e il 1526 Andrea dipinse il famoso ciclo di affreschi monocromi nel chiostro dello Scalzo, a Firenze, che è uno dei capolavori dell’arte del Rinascimento. L’elaborato contesto architettonico dipinto e la chiarezza scultorea della narrazione stabilirono nuovi standard nella pittura ad affresco monumentale.

Tra i dipinti su tavola di questo periodo spiccano il Madonna delle Arpie (1517; Firenze) e il Wallace Madonna (1517-1518; Londra). In queste opere mature lo sguardo verso l’esterno dei santi e la irresistibile vivacità del colore richiedono il coinvolgimento devozionale dello spettatore.

Probabilmente è nel 1517 che Andrea sposa Lucrezia del Fede, vedova, di cui aveva inserito il ritratto nel Natività della Vergine. Nonostante la condanna del Vasari, che fu così prontamente accettata ed elaborata nel XIX secolo, non sembra esserci alcuna prova reale che Andrea abbia subito una rovina morale o finanziaria a causa di questo matrimonio.

Convocato dal re francese, Francesco I, si recò in Francia nel 1518, ma la sua permanenza a Fontainebleau fu molto breve poiché tornò a Firenze nell’autunno del 1519. Beneficenza (Parigi) e il Ritratto di una signora francese (Cleveland) sono gli unici dipinti sopravvissuti che ha eseguito in Francia.

Andrea potrebbe aver visitato Roma nel 1519-1520 in connessione con l’importante commissione di papa Leone X per la decorazione della villa medicea di Poggio a Caiano, vicino a Firenze, dall’affresco di Andrea Omaggio a Cesare (datato 1521) presso la villa suggerisce fortemente un’esperienza diretta dell’opera di Raffaello a Roma.

Periodo tardivo

Si sa relativamente poco dell’ultima parte della vita di Andrea, sebbene la sua presenza sia spesso documentata a Firenze ei suoi dipinti non offrono alcuna prova reale di viaggi estesi. Nel 1520 acquistò un terreno in Via della Crocetta e costruì una casa. Nel 1524 Andrea portò la sua famiglia al Mugello per evitare la peste. Lì ha dipinto il Pietà (Firenze), che, sebbene più contenuta nel colore e nell’emozione rispetto alla precedente Pietà (ca. 1520; Vienna), costituisce il punto di partenza per la bellezza volutamente accattivante delle ultime opere. La crescente idealizzazione e il colore a volte arbitrario ma acutamente espressivo di dipinti come i Quattro Santi (1528; Firenze) e Sant’Agnese (1527-1528; Duomo di Pisa) fornì una ricca fonte di ispirazione per la giovane generazione di pittori manieristi. Eppure il forte sentimento devozionale in queste opere è evidente dall’elogio esagerato che Andrea ricevette dagli scrittori della Controriforma.

Morì di peste il 29 settembre 1530, e fu sepolto dalla confraternita religiosa dello Scalzo nella Chiesa dei SS. Annunziata.

Il suo personaggio

Andrea sembra essere stato un uomo gentile e senza pretese con elevati standard professionali e una profonda comprensione dell’umanità. Era sinceramente pio, a volte lavorava per una cifra simbolica o, come nel caso del Madonna del Sacco (SS. Annunziata, 1525), rinunciando del tutto al suo compenso. Vasari interpreta questo come timidezza e debolezza, ma è più probabile che Andrea, che era patrocinato dal papa e dal re di Francia, fosse sufficientemente prospero da permettersi tanta generosità. La sua popolarità nel XVI secolo è dimostrata dalla sopravvivenza di un numero eccezionale di copie delle sue opere.

Comunemente indicato come Andreino, era basso di statura, come si nota nell’autoritratto del Viaggio dei Magi (SS. Annunziata). La testimonianza più attendibile dei suoi lineamenti è l’autoritratto dipinto su una piastrella (1527-1528; Firenze).

Ulteriori letture

Una completa rivalutazione del ruolo di Andrea del Sarto nell’alto Rinascimento e lo sviluppo del manierismo è stata resa necessaria da due recenti monografie che forniscono uno studio critico approfondito della sua vita e delle sue opere: Sydney J. Freedberg, Andrea del Sarto (2 voll., 1963) e John Shearman, Andrea del Sarto (2 voll., 1965), con una brillante analisi dell’uso del colore da parte di Andrea. Un’ampia discussione sugli sviluppi artistici all’inizio del XVI secolo può essere trovata in Sydney J. Freedberg, Pittura dell’Alto Rinascimento a Roma e Firenze (2 voll., 1961). □