Francois Couperin

Couperin, François , (soprannominato le Grand), il più illustre della illustre famiglia e uno dei più grandi compositori francesi, figlio di Charles Couperin; b. Parigi, 10 novembre 1668; d. lì, l’11 settembre 1733. Studiò con suo padre e in seguito fu allievo di Jacques-Denis Thomelin, organista della cappella del re. Nel 1685 divenne organista di St.-Gervais, carica che mantenne fino alla sua morte. Il 26 dicembre 1693, dopo una vincente competizione, successe a Thomelin come organista della Chapelle Royale, ricevendo il titolo di “organiste du roi”. Nel 1701 fu nominato “claveciniste de la chambre du roi, et organiste de sa chapelle” e nel 1717 ricevette il titolo di “Ordinaire de la musique de la chambre du roi”. Inoltre è stato nominato cavaliere dell’Ordine di Latran. Era maestro di musica per il Delfino e altri membri della famiglia reale, e si è classificato in alto a favore del re Luigi XIV, per il quale ha composto il Concerti reali, che, durante il 1714-15, furono suonati nei concerti domenicali negli appartamenti reali. Sposò Marie-Anne Ansault (26 aprile 1689), dalla quale ebbe due figlie: Marie-Madeleine (nata a Parigi, 9 marzo 1690; d. Montbuisson, 16 aprile 1742), che divenne organista dell’Abbazia di Montbuisson e Marguerite-Antoinette (nata a Parigi, 19 settembre 1705; morta lì, 1778), che era una talentuosa clavicembalista; dal 1731 al 1733 sostituì il padre come clavicembalista del re, essendo la prima donna a ricoprire questa carica. C’erano anche 2 figli, Nicolas-Louis (nato il 24 luglio 1707), morto giovane, e François-Laurent (1708 aC). Famoso come organista, Couperin acquisì anche un’ottima reputazione per la sua straordinaria abilità come esecutore al clavicembalo.

Lavori

Le composizioni di Couperin possono essere convenientemente suddivise in 3 categorie: quelle scritte per la chiesa, quelle per il Re e quelle per il grande pubblico. Più della metà della sua vita creativa è stata occupata dalle composizioni religiose dei primi 2 periodi. Questi includono Brani d’organo composti da due messe (1690; 42 pezzi), precedentemente attribuito a suo zio François, e, in effetti, pubbl. sotto il nome di quest’ultimo nel vol. cinque di Archivi dei maestri d’organo, ed. da Guilmant, ma ora stabilito, attraverso le ricerche di A. Tessier e P. Brunold, come il primo lavoro di Couperin le Grand; mottetti; Elevations ‘, Limoni dell’oscurità; ecc. L’ultimo e più prolifico periodo di Couperin si occupò esclusivamente di opere strumentali, e in questo campo ottenne la sua più grande e duratura distinzione. Nel 1713, 1716, 1722 e 1730 pubblicò. i 4 voll. del suo Brani per clavicembalo, composto da circa 230 pezzi o 27 “ordini” o suite, ogni suite è una serie di forme di danza, programmatiche nel titolo e nel contenuto (La Majes tueuse, La Nanette, Les Petits Moulins a vent, Le Carillon de Cythere, Les Barricades mystery, Les Tic-Toc-Choc o Les Maillotins, et al.). Nel 1716 pubblicò. un’opera espositiva relativa all’esecuzione dei suoi brani per clavicembalo, L’arte di toccare il clavicembalo, che ha raggiunto un’ampia celebrità e che ha influenzato lo stile della tastiera del grande contemporaneo di Couperin, JS Bach. Couperin ha anche introdotto la sonata in trio in Francia, le sue prime opere in questa forma essendo un’imitazione di Corelli. Successivamente, nel 1726, pubblicò. 4 sonate, Le Nazioni, descritte come “Sonades” o “Suites de symphonies en trio”, tre delle quali sono rielaborazioni parziali di brani precedenti. Sono composti alternativamente nella forma rigorosa, sonata de chiesa, e il più flessibile composito di forme di danza, sonata da camera. Il 3 ° della serie, L’Imperiale, forse rappresenta il suo stile più maturo e ispirato. Vivendo in un momento in cui la rivalità tra la musica francese e quella italiana raggiunse il suo apice, Couperin cercò di adattare le nuove forme italiane al suo stile personale, ed essenzialmente francese. Nel suo Gusti riuniti (1724), una serie di brani concertati con archi molto simili per forma e spirito al Brani per clavicembalo, si trovano titoli come Siciliano e Ritratto dell’ amove. L’anno successivo pubblica. un Apoteosi de Lully, in cui le rivali Lully e Corelli si uniscono per il progresso dell’arte. Lo stile di composizione di Couperin era basato sul basso continuo, le voci più importanti di solito erano le più alte, portando la melodia e il basso. Tuttavia, la sua musica a volte raggiunge una notevole complessità (a volte richiede fino a tre clavicembalisti per la sua corretta esecuzione). La sua invenzione melodica, in particolare nell’uso del rondeau, era praticamente inesauribile, i suoi temi rapidi ed espressivi. Una caratteristica eccezionale era il suo modo inventivo di ornamenti, nello “stile galante” del periodo. Nel 1933 la Lyrebird Press di Parigi pubbl. una ed. “completa”. delle opere di Couperin, in 12 voll., sotto la direzione di Maurice Cauchie, assistito da P. Brunold, A. Gastoue, A. Tessier e A. Schaeffner. I contenuti sono i seguenti: Vol. Io, opere didattiche: Regole per l’accompagnamento e L’arte di toccare il clavicembalo-, Vols. II-V, i 4 libri di Pezzi per clavicembalo; Vol. VOI, Brani d’organo composti da due messe; Vols. VII-X, musica da camera, compreso Concerti reali, Les Gouts reunis o Nuovi concerti per l’uso di tutti i tipi di strumenti musicali, The Nations, The Parnassus or the Apotheosis di Corelli, Apotheose di Lully, Pieces de violes con la figura del basso, e Sonate inedite; Vols. XI e XII, musica vocale secolare e musica religiosa I e II. Edizioni più recenti. sono nella serie Le Pupitre, voll. 8 (Legioni dell’oscurità; 1968), 21-24 (Brani per clavicembalo, libri 1–4; 1969-72), 45 (9 mottetti; 1972) e 51 (Pezzi viola; 1974); anche edizioni separate. di Brani per clavicembalo, a cura di M. Cauchie (1968-72) e di K. Gilbert (1969-72).

Bibliografia

H. Quittard, Il C. (Parigi, 1913); C. Bouvet, Una dinastia di musicisti francesi: Les C…. (Parigi, 1919); J. Llongueras, C. o Grace (1925); A. Tessier, C. (Parigi, 1926); J. Tiersot, Il C. (Parigi, 1926); P. Brunold, FC (Ing. Tr., Monaco, 1949); M. Cauchie, Indice tematico delle opere di C. (Monaco, 1949); W. Mellers, F. C. e la tradizione classica francese (Londra, 1950; seconda ed., Rev., 1986); P. Citron, C. (Parigi, 1956); D. Tunley, C (Londra, 1982); P. Citron, C. (Parigi, 1996); C. Giglio, FC (Palermo, 1998).

—Nicolas Slonimsky / Laura Kuhn / Dennis McIntire