John f peto

Il pittore americano John Frederick Peto (1854-1907) ha sviluppato un modo personale di dipingere la natura morta trompe l’oeil.

John Frederick Peto nacque il 21 maggio 1854 da un’antica famiglia di Filadelfia. Suo padre, doratore e corniciaio, in seguito vendette attrezzature antincendio. Peto ha studiato alla Pennsylvania Academy of Arts, ma il lavoro di William Harnett ha avuto un’influenza schiacciante sulla sua carriera. Peto sembra averlo conosciuto prima che Harnett andasse in Europa nel 1880 e lo riconoscesse come suo modello. Non avrebbe mai dipinto come faceva senza Harnett, perché Peto era un seguace nato, un discepolo nato, ma con un talento genuino tutto suo.

Dal 1875 al 1889 Peto lavorò come pittore a Filadelfia, ma evidentemente non ebbe molto successo e si possono identificare pochi quadri di questo periodo. La sua carriera di artista è stata frustrante. Occasionalmente esponeva alla Pennsylvania Academy, ma non era molto coinvolto nella vita artistica della città. Non era una personalità forte. Nel 1887 sposò Christine Pearl Smith dell’Ohio. Secondo la loro figlia, è andato a ovest per dipingere un quadro per lo Stag Saloon a Cincinnati. Questa era la grande era del salone nella pittura americana e lo Stag Saloon aveva una galleria di immagini. Questa commissione fu probabilmente il punto più alto della carriera artistica di Peto.

Nel 1889 Peto si trasferì a Island Heights sulla costa del New Jersey. Aveva acquisito una reputazione come suonatore di cornetta e poteva guadagnarsi da vivere suonando alle riunioni del campo della comunità. Ha vissuto la sua vita in questo villaggio dimenticato sulla riva, vendendo quadri ai visitatori estivi e dimenticati dal mondo artistico. Vi morì il 23 novembre 1907.

Al loro meglio, i dipinti di Peto meritano pienamente la firma di Harnett che è stata forgiata su molti dei suoi dipinti, e talvolta hanno una radiosità e una luminosità proprie. Peto dipinse diversi tipi di natura morta: pile di libri, tavoli da scrittura, soldi. La sua specialità, in particolare durante gli anni di Filadelfia, erano le immagini “rack”. Questi dipinti, solitamente venduti agli uffici commerciali, mostrano reti di nastro che servivano come porta-lettere da ufficio, con vecchie buste trattenute dalle strette fasce; la grafia è due volte più leggibile che nella vita. Sulla parete dipinta, accanto allo scaffale, mostrava minuscoli ritagli di giornale, vecchi pezzi di spago, forse un taccuino intrappolato nel nastro, a volte una vecchia carta con i bordi strappati, persino una pipa di argilla. Questi dipinti hanno una lucentezza e una poesia uniche.

È straordinario che Peto abbia mantenuto i suoi standard professionali così come ha fatto in circostanze difficili. È comprensibile che alcuni dei suoi ultimi lavori siano imprudenti.

Ulteriori letture

Il racconto autorevole di Peto è affascinante nell’affascinante di Alfred Frankenstein Dopo la caccia: William Harnett e altri pittori americani di nature morte (1953). Frankenstein non solo dà un resoconto completo della vita di Peto, ma riesce anche a districare il suo lavoro da quello di Harnett, con il quale era stato per tanto tempo confuso. □