Costantino XI (1405-1453) fu l’ultimo imperatore bizantino. Principe galante, portò a termine la conquista del Peloponneso dai Latini e comandò eroicamente la futile difesa di Costantinopoli contro i Turchi.
Il quarto figlio dell’imperatore Manuele II Paleologo (regnò dal 1391 al 1425), Costantino nacque l’8 febbraio 1405. Seguendo l’usanza paleologa di ripartire le responsabilità territoriali a ciascun membro della famiglia regnante, da giovane Costantino ricevette l’autorità in le città costiere del Mar Nero. Il suo fratello maggiore, che lo aveva sempre favorito, divenne l’imperatore Giovanni VIII nel 1425.
Nel 1427 il secondo figlio di Manuele, Despota Teodoro II di Morea, annunciò la sua decisione di dimettersi dal potere in questo importante territorio del Peloponneso. L’imperatore designò Costantino per prendere il posto di Teodoro. Quando Costantino arrivò, tuttavia, Theodore aveva cambiato idea. Fu quindi convenuto che Costantino avrebbe dovuto rinnovare gli sforzi bizantini per conquistare le aree del Peloponneso ancora in mano latina, rendendosi così un’enclave per se stesso. Ha attaccato Glarentza e alla fine ha vinto la città nel 1428 sposando la nipote del sovrano. Nel 1430 Costantino aveva conquistato Patrasso e quindi controllava il Peloponneso settentrionale. Due anni dopo suo fratello minore Tommaso annette gli ultimi segmenti dell’Acaia, ponendo così tutto il Peloponneso in mani bizantine per la prima volta dalla Quarta Crociata (1204).
Mentre Giovanni VIII assistette al Concilio di Ferrara-Firenze dal 1437 al 1440, Costantino prestò servizio come reggente a Costantinopoli. Negli anni seguenti ha presieduto a quella che sarebbe stata la fioritura finale dell’unità e della prosperità bizantina nel Peloponneso. Alla morte di Giovanni VIII, alla fine del 1448, Costantino salì al trono imperiale. Procedeva con cautela riguardo agli odiati accordi per l’unione della Chiesa con i latini, che Giovanni aveva accettato a Firenze nella speranza di ottenere l’aiuto latino ma che non aveva mai attuato. Alla fine, sotto la pressione di Roma, Costantino permise che l’unione fosse proclamata in Hagia Sophia il 12 dicembre 1452. Questo atto si oppose grandemente alla maggior parte dei suoi sudditi, mentre in realtà gli valse poco aiuto efficace dall’Occidente latino.
Con solo un aiuto simbolico dall’esterno, Costantino dovette affrontare l’ultima agonia dell’impero, quando il sultano turco Maometto II lanciò il suo grande assedio contro Costantinopoli all’inizio di aprile 1453. I turchi finalmente fecero irruzione in città il 29 maggio 1453. Costantino morì coraggiosamente durante il successivo sacco.
Ulteriori letture
L’unica biografia di Costantino è Chedomil Mijatovich, Costantino: l’ultimo imperatore dei greci (1892), che è obsoleto. Per materiale su Costantino nel Peloponneso vedere William Miller, I latini nel Levante: una storia della Grecia franca, 1204-1566 (1908). Il suo ruolo centrale nell’assedio finale è discusso nel vecchio ma ancora ammirevole libro di Edwin Pears La distruzione dell’Impero greco e la storia della cattura di Costantinopoli da parte dei turchi (1903); Steven Runciman è più recente ma meno soddisfacente La caduta di Costantinopoli, 1453 (1965); e David Dereksen, La Mezzaluna e la Croce: La caduta di Bisanzio, maggio 1453 (1964).
Fonti aggiuntive
Nicol, Donald MacGillivray, L’imperatore immortale: la vita e la leggenda di Costantino Paleologo, ultimo imperatore dei romani, Cambridge Inghilterra; New York: Cambridge University Press, 1992. □