Delilah

Dalila (ebr. דְּלִילָה), una donna della Valle di Sorek che era * l’amante di Sansone e che lo tradì ai suoi nemici (Giudici 16: 4 e seguenti). I re filistei della città le offrirono una bella bustarella per invogliare Sansone a rivelare il segreto della sua grande forza. Dopo tre tentativi falliti, ha infine indotto il suo amante a rivelare che era la sua adesione all’astensione nazireo dal tagliare i capelli (cfr. Giud. 13: 5) della sua testa che lo ha reso così eccezionale. Quindi indusse Sansone a dormire, gli fece tosare i lunghi capelli e lo consegnò ai Filistei, che lo accecarono e lo incarcerarono. Il racconto biblico non chiarisce se Dalila fosse lei stessa una Filisteo. Non suggerisce che fosse sposata con Sansone, o che fosse motivata a tradimento sin dall’inizio. Il significato del nome Dalila è incerto. Due delle spiegazioni più plausibili sono (1) “tentatrice”, derivante, così come il nome safaitico parallelo Dllt, dalla radice araba dll, che significa “invogliare”; (2) un nome teoforo abbreviato, simile al nome accadico Dalîl (o Dilîl) Ishtar, che significa “lodi [o” maestà “] di Ishtar”.

[Nahum M. Sarna]

Nel Aggadah

Il nome Dalila è collegato dai rabbini dalal דלל (“indebolire”) perché “ha indebolito la forza di Sansone, ha indebolito le sue azioni, e ha indebolito la sua determinazione” (Num. R. 9:24). Per strappargli il segreto, si è liberata da lui nel momento della consumazione sessuale (Sot. 9b). Si rese conto che Sansone stava finalmente dicendo la verità quando disse: “Sono stata un nazareno per Dio” (Giudici 16:17), perché sapeva che non avrebbe preso il nome del Signore invano (Num. R. ibid.).

Per Dalila nelle arti, vedi * Sansone.