Constantin Brancusi (1876-1957), scultore rumeno stabilitosi in Francia, ha rivoluzionato l’arte della scultura nel XX secolo. Il suo lavoro ha rivelato la bellezza della forma pura nella scultura, ma l’ha dotata di un mistero organico.
Constantin Brancusi nacque in una famiglia di contadini poveri nella frazione di Hobita in provincia di Oltenia il 21 febbraio 1876. Imparò da solo a leggere e scrivere e all’età di 18 anni entrò alla School of Arts and Crafts di Craiova e si è laureato nel 1898. Ha poi studiato scultura alla scuola d’arte di Bucarest fino al 1902. Il suo Ecorché, o nudo scorticato, eseguito nel 1902, è uno studio talmente accurato dell’anatomia maschile che è ancora usato alla scuola di medicina di Bucarest.
Brancusi si iscrive all’Académie des Beaux-Arts di Parigi nel 1904, dove studia con Antonin Mercié. Ma Brancusi è stato attratto dall’arte innovativa di Auguste Rodin, dal quale ha appreso che lo scopo della scultura non è solo la rappresentazione della superficie delle forme, ma l’evocazione della forza interiore che produce la superficie. Espone per la prima volta nel 1906 a Parigi, esponendo un ritratto al Salon organizzato dalla Societé Nationale des Beaux-Arts e altre tre opere al Salon d’Automne nello stesso anno. Nelle opere di Brancusi del 1905-1907, in particolare la serie Teste di bambini, utilizza il sistema di modellazione impressionistico di Rodin, in cui i piani che delimitano il volume sono frammentati per suggerire le espressioni transitorie della fisionomia. Brancusi ha declinato l’invito di Rodin a diventare suo assistente di studio perché ha ritenuto necessario trovare la propria strada senza essere sottoposto all’influenza travolgente del maestro.
La natura del futuro lavoro di Brancusi, in cui ha eliminato tutto ciò che non era essenziale per suggerire il sentimento primordiale, è stata prefigurata in Preghiera (1907), una statua di una donna inginocchiata che concentra l’attenzione sul contorno generalizzato del corpo e non analiticamente sul suo volume. Passo dopo passo ha raggiunto un grado maggiore di semplificazione, di astrazione dell’elemento reale, che era ancora figurativo. Il valore decorativo è stato ottenuto da rigore geometrico e superfici sapientemente levigate, come nel Saggezza della Terra (1909) e Il bacio (1910). Queste opere incarnano la sua nuova estetica, ispirata al folklore, che ha permesso un ritorno alla suggestività e alla semplicità ingenua dell’arte primitiva. Ha analizzato lo schema dell’arte popolare, che ha preso come modello, e ha ripercorso il pendio fino al percorso della sua formazione, al sentimento che l’ha dato alla luce.
Maturità della sua arte
Nel 1910 l’arte di Brancusi assunse le caratteristiche che dovevano rivitalizzare la scultura. Ha lavorato in pietra, legno e bronzo, perfezionando la sua interpretazione di temi precedenti, come il ritratto (Mademoiselle Pogany serie, 1912-1933), l’uccello (Magic Bird ciclo, 1912-1915; Uccello nello spazio ciclo, 1919-1940), il pesce (Pesce ciclo, 1922-1930) e la colonna (Colonna infinita serie, 1918-1937). In queste opere ha proiettato la propria ricca vita interiore, a volte perseguitata dalle fantasie della mitologia rumena, scavalcando la rappresentazione intermedia della figura umana. Sculture come La strega (1916) e La Chimera (1918) sono sensibili incarnazioni di quel sentimento che aveva dato origine al folklore nativo di Brancusi. L’obiettivo di Brancusi nel suo lavoro maturo era quello di rivelare la struttura cristallina delle forme organiche e di far emergere la vita autonoma della materia inorganica insita nella stessa consistenza della pietra, del metallo e del legno.
Lo studio parigino di Brancusi era pieno di arte popolare rumena. Condusse una vita semplice, simile a quella dei contadini della sua provincia natale, che non dimenticò mai, per quanto fosse integrato nel movimento artistico francese. Ha avuto molto successo e ha ricevuto numerose commissioni. Per onorare i soldati rumeni della prima guerra mondiale, Brancusi ha eretto un insieme monumentale a Târgu-Jiu vicino al suo luogo di nascita, che consiste nel Colonna infinita in acciaio e il Porta degli Eroi e la Tabella del silenzio con 12 sedie in pietra (1937-1938). Gli elementi strutturali e decorativi del monumento erano derivati dalla semplice architettura e dai mobili dei contadini rumeni.
Brancusi muore a Parigi il 16 marzo 1957.
Contemplazione e liberazione
Brancusi ha dimostrato che l’arte moderna, pur preservando l’armonia, l’equilibrio e l’umanesimo della sua eredità artistica dell’Europa occidentale, potrebbe avere origine dalle età primordiali dell’umanità che hanno preceduto la cultura dell’antichità classica. Ha inventato forme che partono dalla realtà ma non sono soggette ad essa. Le sue forme semplici, tranquille, di perfezione organica (anche se a volte sono state considerate astratte), riflettono l’atteggiamento creativo che è fondamentale nelle arti plastiche moderne: rinuncia al metodo di interpretare il sentimento attraverso le pose e i gesti del corpo umano ( ad esempio, il Inizio del mondo, 1924; Socrate, 1923). Brancusi era interessato alla stilizzazione delle forme secondo una logica governata dalle esigenze espressive (ad esempio, Il Gallo, 1924). Ridusse l’immagine alla forma essenziale e pura, come nelle sue famose versioni di Uccello nello spazio.
L’arte molto personale di Brancusi non può essere etichettata dai termini applicati ai movimenti moderni, come il surrealismo, il cubismo, l’astrazione o il futurismo. Esprime la sua profonda comprensione dello spirito intuitivo della creazione, che è ingegnosamente integrato con i principali aspetti stilistici dell’arte moderna.
Ulteriori letture
L’opera più importante su Brancusi in inglese è Sidney Geist, Brancusi: uno studio della scultura (1968). Geist ha anche scritto il catalogo per la mostra retrospettiva tenutasi nel 1969-1970, Constantin Brancusi, 1876-1957 (1969). Vedi anche David Lewis, Constantin Brancusi (1957); Sir Herbert Read, Constantin Brancusi (1957); Carola Giedion-Welcker, Constantin Brancusi, 1876-1957 (1958; trad. 1959); e Christian Zervos, ed., Constantin Brancusi: Sculture, dipinti, affreschi, disegni, in francese (1957). Una documentazione importante delle sculture di uccelli è Athena T.Spear, Gli uccelli di Brancusi (1970).
Fonti aggiuntive
Lewis, David Neville, Constantin Brancusi, Londra: edizioni dell’Accademia; New York: St. Martins Press, 1974. □