Illustre polifonista rinascimentale della tradizione franco-fiamminga; b. Mons (Hainaut), Fiandre, 1530 o 1532 (prove a favore del 1532); d. Monaco, 14 giugno 1594. Il nome originale era probabilmente Roland de Lassus, latinizzato come Orlandus Lassus, ma il compositore stesso preferiva la forma italiana. Dopo essere stato chierichetto a San Nicola a Mons, all’età di 12 anni fu portato alla corte di Palermo e successivamente a Milano da Ferdinando Gonzaga, viceré di Sicilia. Dal 18 al 21 fu al servizio del marchese di Terza a Napoli, e nel 1553 fu nominato maestro di coro a San Giovanni in Laterano a Roma, incarico che mantenne per poco più di un anno. A quel tempo deve aver conosciuto la palestrina, poi maestro di coro alla Cappella Giuliano e nel 1555 successore di Lasso al Laterano. Dopo aver visitato l’Inghilterra e la Francia, trascorse due anni (1555–56) ad Anversa supervisionando la prima pubblicazione delle sue opere, una raccolta di madrigali, chanson e motel che mostrano una notevole versatilità e realizzazione. Chiamato alla corte bavarese di Alberto V a Monaco nel 1556, prestò servizio nella cappella ducale come tenore e poi, dopo il 1563, come maestro di cappella. Nel 1558 sposò Regina Wäckinger, che gli diede quattro figli e due figlie. Fu nominato cavaliere nel 1570 da Massimiliano II e nel 1574 da Papa Gregorio XIII. Nello stesso anno gli fu offerto un posto alla corte francese da Carlo IX, ma l’offerta fu rapidamente annullata dalla morte del re nello stesso anno. Tra gli allievi di Monaco di Lasso c’era Giovanni gabrieli, che prestò servizio e studiò sotto di lui dal 1575 al 1579. Gli ultimi anni di Lasso furono oscurati dalla cattiva salute e dalla malinconia.
Lasso è stato uno dei maggiori compositori più prolifici. Di circa 1,250 opere conosciute, le sue più importanti sono i mottetti, che costituiscono circa la metà del totale e lo collocano, insieme a Josquin desprez e Palestrina, tra i più grandi maestri del Rinascimento. Ha anche composto più di 50 Messe, più di 100 Magnificat, quattro Passioni e un’ampia varietà di brani liturgici. Le sue centinaia di canzoni italiane, francesi e tedesche includono molti eccellenti esempi del loro genere. Lo stile di Lasso è radicato nella polifonia espressiva e saldamente forgiata dei suoi connazionali più anziani, Desprez e Jacobus clemens non papa. Appare pienamente maturato nel suo Primo Libro de Motetti (Anversa 1555), in cui si manifesta non solo la sua padronanza della polifonia imitativa per cinque e sei voci, ma anche una notevole sensibilità al testo e capacità di esprimerlo attraverso la musica. L’influenza degli esperimenti cromatici di rore e vicentino si rivela all’inizio Toccata. Il suo stile è identificato con Conservare la musica (musica “riservata” alla comprensione degli intenditori) dal suo amico umanista Samuel Quickelberg nel commentare il monumentale ciclo di salmi penitenziali del compositore. Nel complesso, la musica di Lasso è più armonicamente orientata di quella di Palestrina, ed è più adatta a mostrare effetti drammatici e straordinari che anticipano l’idioma barocco.
La maggior parte delle messe di Lasso sono parodie basate su mottetti, madrigali e canzoni di lui e di altri. Le sue messe, a differenza dei suoi mottetti, non possono essere paragonate a quelle di Palestrina per ricchezza di inventiva e forza spirituale. Con l’invecchiamento di Lasso, l’esuberanza e il colore armonico dei suoi primi lavori lasciarono il posto a uno stile più austero e cupo “che offriva un piacere più profondo alla mente e all’orecchio”, come scrisse nella prefazione alla sua ultima raccolta di mottetti (1593). Il suo lavoro finale, il ciclo dei madrigali spirituali Lagrime di S. Pietro (1595), illustra l’introspezione del suo tardo stile. Nel 1604 i figli di Lasso, Rodolfo e Ferdinando, tirarono fuori praticamente l’intero corpus dei suoi mottetti come Un grande bisogno di un musicista. Questo è servito come base per il Opere complete di cui sono stati pubblicati 21 dei 60 volumi previsti.
Vedi anche: musica liturgica, storia di, 4
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