Junichiro tanizaki

Junichiro Tanizaki (1886-1965) era un romanziere, saggista e drammaturgo giapponese noto per il suo virtuosismo stilistico e la rappresentazione di situazioni psicologiche insolite.

Junichiro Tanizaki, nato a Tokyo, figlio di un mediatore di riso, ha ricevuto un’istruzione convenzionale. Entrato all’Università Imperiale nel 1908, studiò letteratura classica giapponese ma se ne andò senza prendere una laurea. Fin da giovanissimo si interessò di attività letterarie e presto raggiunse l’ambizione di dedicare la sua vita all’arte.

Rifuggendo dal fiorente naturalismo dell’epoca, Tanizaki cercò di creare opere di bellezza attraverso lo stile e l’umore, ispirati in parte dal passato giapponese e anche da alcuni scrittori occidentali come Edgar Allan Poe, Charles Baudelaire e Oscar Wilde. In tutta la sua narrativa corrono tensioni di erotismo e lirismo insieme a una buona dose di immagini tratte dall’osservazione acuta della vita reale. Il carattere di una donna dominante o distruttiva è molto evidente in molti dei suoi romanzi, così come i sottili contrasti di nuovo e vecchio, giapponese e occidentale. Tanizaki ha visto e rappresentato vividamente lo scontro tra il Giappone e l’Occidente, ma sul piano estetico.

Carriera come romanziere

Shisei (1910; The Tatoo), ambientato nell’era premoderna dell’inizio del XIX secolo, raffigura un tatuatore e artista che diventa schiavo di una bella donna dopo aver tatuato un ragno sulla schiena mentre dormiva. La ricchezza e la bellezza dello stile hanno portato Tanizaki all’attenzione immediata del pubblico dei lettori. shonen (1912; Bambini) persegue la vena del “diabolismo” con la raffigurazione di bambini che commettono orrori indicibili e non specificati. Jotaro (1914) esplora i temi del masochismo e della follia da parte di un famoso autore. O-Tsuya Goroshi (1915; L’uccisione di O-Tsuya), con un’ambientazione pittoresca della vita cittadina nel recente passato premoderno, è un racconto di infedeltà, lussuria e omicidio in una tecnica vivida, drammatica ed essenzialmente moderna.

In Itansha no Kanashimi (1917; I dolori di un eretico) il tema del masochismo viene nuovamente esposto. Haha o Kouru-ki (1919; Desiderando la mamma) raffigura l’amore materno e la nostalgia per il mondo della generazione precedente. Chiisana Okoku (1918; Un piccolo regno) ha per tema il masochismo e la soggezione all’inevitabile tirannia. È quasi politico ma non del tutto. Il gioco Okuni e Gohei (1922) è complesso, storico e violento.

Con una lunga Chijin no Ai (1925; A Fool’s Love) Tanizaki ha intrapreso il suo primo lungo romanzo. Ambientato nel quartiere straniero di Yokohama, raffigura l’ossessione di un uomo per una prostituta eurasiatica che assomiglia a Mary Pickford. Potrebbe essere un commento ironico sul dilemma dell’occidentalizzazione giapponese. Dopo il grande terremoto del 1923 Tanizaki aveva lasciato Tokyo per stabilirsi nella zona più tradizionale e pittoresca di Kyoto-Osaka, dove sarebbe rimasto. Ora rivolgeva la sua attenzione alla rappresentazione degli aspetti più affascinanti del passato giapponese e poteva guardare indietro alla Tokyo moderna con un certo disprezzo.

Da questo momento in poi furono scritte le più grandi opere di Tanizaki. Tade Kuu Mushi (1929; Alcuni preferiscono le ortiche) ritrae la vita moderna a Kobe e Kyoto, il fascino smorzato di Kyoto contro la palese economicità della moderna città portuale con il suo squallido cosmopolitismo. minore (1930; Mulinare), un tour de force stilistico scritto interamente in dialetto di Osaka, tratta del suicidio e del perverso. Nel Yoshino Kudzu (1931), una poesia di tono che è in parte saggio, in parte finzione, l’eroe si innamora di una ragazza che gli ricorda la sua defunta madre. Momoku Monogatari (1931; Il racconto di un cieco) è un racconto storico del XVI secolo in cui personaggi storici di spicco sono “visti” attraverso gli occhi di un narratore che è un massaggiatore e musicista cieco. Stilisticamente è uno dei più grandi successi di Tanizaki, così com’è Ashikari (1932), un’evocazione discorsiva della passione che ricorda in qualche modo un No play. Kaoyo (1933), un’opera teatrale ambientata nel XIV secolo, dipende dall’umore e dalla stranezza per i suoi effetti.

Shunkinsho (1934; Un ritratto di Shunkin), una storia molto esotica, raffigura una donna imperiosa di nome Shunkin, che è una bellissima musicista cieca, e il suo umile servitore del corpo. Neko a Shozo a Futari no Onna (1936; Un gatto, Shozo e due donne) è un romanzo perverso e comico con un’ambientazione moderna e un tono umoristico.

Negli anni ‘1930 Tanizaki stava lavorando a una versione moderna del Racconto di Genji, il grande romanzo classico della vita del X secolo di Lady Murasaki. Questo sembra aver influenzato alcuni dei passaggi descrittivi del suo lungo romanzo Sasameyuki (1948; Le sorelle Makioka), uno studio su un’antica famiglia di mercanti di Osaka in declino. È un documento importante dei costumi sociali contemporanei. Tornando al passato giapponese con Shosho Shigemoto no Haha (1949; La madre del capitano Shigemoto), Tanizaki ha nuovamente trattato il tema di una giovinezza gravata dal ricordo della sua bellissima madre. Kagi (1956; La chiave) e Futen Rojin Nikki (1962; Diario di un vecchio pazzo) offrono descrizioni vivide e divertenti della depravazione moderna nel mondo del dopoguerra.

Eletto all’Accademia d’arte giapponese nel 1923 e decorato con l’Ordine della Cultura nel 1949, Tanizaki ha occupato per molti anni una posizione di rilievo nel mondo delle lettere. Morì nel luglio 1965.

Ulteriori letture

Per lo sfondo vedere Donald Keene, Letteratura giapponese moderna (1955); John W. Morrison, Narrativa giapponese moderna (1955); e Armando M. Janeira, Letteratura giapponese e occidentale: uno studio comparativo (1970).

Fonti aggiuntive

Tanizaki, Junichiro, Anni dell’infanzia: un libro di memorie, Tokyo, New York: Kodansha International, 1989. □