Jules Mazzarino

Mazzarino, jules (Giulio Mazarini; 1602–1661), diplomatico, cardinale e primo ministro durante la reggenza del re Luigi XIV di Francia. Nato vicino a Pascina, fuori Roma, il 14 luglio 1602, Mazzarino era il figlio maggiore di sei figli. Ha ricevuto una prima educazione gesuita a Roma e poi ha proseguito gli studi in Spagna. Con il patronato e il sostegno della famiglia Colonna, che aveva legami con la corte di papa Urbano VIII (regnò dal 1623 al 1644), entrò inizialmente nell’esercito pontificio nel 1624, ma alla fine degli anni ‘1620 del XNUMX prese invece i voti iniziali di un chierico e divenne diplomatico pontificio.

Nel 1630, mentre prestava servizio come inviato della corte papale nei negoziati che cercavano di porre fine alla guerra tra Spagna e Francia per la controversa successione della corona di Mantova, Mazzarino viaggiò in Francia per incontrare il cardinale Richelieu, il primo re Luigi XIII ministro. Le abili capacità di negoziazione di Mazzarino lo hanno reso caro al potente ministro reale francese e hanno contribuito a garantire la pace temporanea tra Spagna e Francia.

Grazie al suo successo nella vicenda Mantova, il papa inviò Mazzarino a Parigi nel 1634 come suo ambasciatore (nunzio) presso la corte francese con l’obiettivo di realizzare un accordo di pace duraturo tra Spagna e Francia. Mentre erano a Parigi, Richelieu e Mazzarino iniziarono una relazione politica reciprocamente vantaggiosa. Nel 1635, tuttavia, Richelieu adottò una politica di guerra continua con la Spagna nel contesto della Guerra dei Trent’anni; Mazzarino aveva fallito nella sua missione di portare la pace, e il papa lo ha richiamato. Una volta tornato alla corte papale, Mazzarino mantenne i suoi legami politici con la Francia e vi rappresentò attivamente gli interessi francesi.

Nel 1638, in segno di gratitudine per il suo lavoro per conto della Francia a Roma, Luigi XIII sollecitò il papa a promuovere Mazzarino a cardinale; ricevette il cappello cardinalizio il 16 dicembre 1641. Poiché la sua nomina a cardinale era in preparazione, Luigi XIII e Richelieu invitarono Mazzarino in Francia per entrare al servizio del re francese. Mazzarino lasciò Roma, per non tornare mai più, e arrivò a Parigi nel gennaio 1640.

Al servizio della corona francese, gli obiettivi diplomatici di Mazzarino rimasero gli stessi: assicurare la pace tra Spagna e Francia. I suoi primi anni in Francia, tuttavia, si rivelarono di instabilità politica interna e crisi con la morte di Richelieu nel dicembre 1642 seguita da vicino da quella di Luigi XIII nel maggio 1643. La successione del bambino di cinque anni Luigi XIV al Il trono nel 1643 ha inaugurato un governo reggenza con il reggente in carica, la regina spagnola Anna d’Austria, che deteneva l’autorità politica del re in amministrazione fiduciaria fino a quando non raggiunse la maggiore età quando poté assumere i pieni poteri della corona. In qualità di pupillo di Richelieu e padrino di Luigi XIV, Mazzarino divenne il primo ministro; insieme, lui e la regina lavorarono come stretti partner politici cercando di stabilizzare il debole e vulnerabile governo della reggenza. Sebbene contemporanei e studiosi abbiano ipotizzato che si sia sviluppato un legame ancora più intimo tra il primo ministro e la regina, non ci sono prove conclusive sull’esatta natura della loro relazione.

Con Mazzarino e Anna d’Austia alla guida del governo, una complessa serie di rivolte interne, chiamate collettivamente la Fronda, si sviluppò in Francia, iniziando nel 1648 e durando fino al 1653. Le rivolte iniziarono con i giudici del parlamento o del tribunale in Parigi, si diffuse per ottenere il sostegno di alcuni nobili e principi chiave, e poi trovò il sostegno popolare a Parigi e nelle province. Sebbene le cause delle rivolte fossero radicate in questioni varie e complesse che coinvolgevano l’autorità reale, inclusa la riscossione di nuove tasse, l’abuso percepito dell’autorità reale nei rapporti con il parlamento e la dipendenza della corona da ufficiali commissionati reali (intendenti) nei dintorni province, le rivolte della Fronda mirarono specificamente a Mazzarino e Anna d’Austria, cercando di rimuovere questi “stranieri” dal potere. Durante la crisi circolavano in tutta la Francia opuscoli chiamati “Mazarinades”. Questi opuscoli spesso satirici alimentarono le rivolte poiché contenevano aspre critiche a Mazzarino, Anna d’Austria e al governo della reggenza. Le rivolte della Fronda costrinsero Anna d’Austria e Luigi XIV, insieme a Mazzarino, a fuggire da Parigi nel 1649. Mazzarino rimase in esilio dalla Francia durante gran parte della Fronda, ma continuò a lavorare con Anna d’Austria e altre nobili fazioni fedeli alla loro causa per porre fine alle rivolte nel 1653. L’incoronazione del sedicenne Luigi XIV nella cattedrale di Reims nel giugno 1654 e il ritorno di Mazzarino a Parigi segnarono la fine della crisi e la piena restaurazione del primo ministro.

Anche in mezzo alla Fronda, Mazzarino continuò a dirigere la politica estera della Francia. Ha svolto un ruolo importante nei negoziati per la pace di Westfalia alla fine della Guerra dei Trent’anni nel 1648. Nonostante questo trattato, che ha portato la pace in gran parte dell’Europa in guerra, la guerra tra Francia e Spagna è continuata. Mazzarino perseguì una politica di alleanza con i principi tedeschi e l’Inghilterra contro gli Asburgo nel tentativo di forzare la pace con la Spagna. Secondo i termini della pace dei Pirenei nel 1659, Mazzarino si assicurò finalmente il suo obiettivo a lungo termine di pace tra Francia e Spagna. Il matrimonio di Luigi XIV con la principessa spagnola Marie-Thérèse nel 1660 suggellò la pace.

Come figura paterna e mentore politico, Mazzarino preparò Luigi XIV a governare la Francia insegnandogli il mestiere del regno e fornendo al re consiglieri leali e ministri capaci, come Michel Le Tellier e Jean-Baptiste Colbert, che avrebbero servito la corona dopo la morte di Mazzarino. Mazzarino morì il 9 marzo 1661 nel palazzo di Vincennes alla periferia di Parigi, lasciando l’eredità di una Francia più forte e più stabile nella politica interna e internazionale. Alla morte del suo amato primo ministro, padrino e tutore, Luigi XIV annunciò che non avrebbe nominato nessun altro primo ministro, segnando il chiaro avvento del suo governo personale come re.