Giuseppe ungaretti

Il poeta italiano Giuseppe Ungaretti (1888-1970) è stato l'ideatore e il principale rappresentante della poesia ermetica italiana.

Giuseppe Ungaretti nacque il 10 febbraio 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani emigrati dalle campagne intorno a Lucca. In tenera età ha perso il padre, che aveva lavorato come operaio al progetto del Canale di Suez; sua madre ha continuato a gestire il forno di un panettiere per mantenere la famiglia. Fino al 1905 Ungaretti frequentò l'Istituto Don Bosco e l'École Suisse Jacot, e nel 1912 si recò a Parigi per studiare al Collège de France e alla Sorbona. Conosce e stringe amicizia con poeti e artisti come Guillaume Apollinaire, Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Georges Braque e Amedeo Modigliani. Nel 1915 la sua prima poesia fu pubblicata sulla rivista Lacerba.

Durante la prima guerra mondiale Ungaretti prestò servizio come soldato di fanteria sul fronte italiano e nella Champagne. Dopo la guerra si stabilì a Parigi e nel 1919 sposò Jeanne Dupoix. Nel 1921 la coppia si trasferì a Roma, dove Ungaretti svolse un lavoro al Ministero degli Affari Esteri. All'inizio degli anni '1930 viaggiò come corrispondente speciale per il Gazzetta del popolo e ha anche partecipato a diversi tour di conferenze in tutta Europa.

Durante un congresso del Pen Club in Brasile nel 1936, Ungaretti accettò l'offerta della cattedra di lingua e letteratura italiana all'Università di San Paolo. Al suo ritorno in Italia nel 1942, fu eletto membro dell'Accademia Italiana e prese la cattedra di Letteratura italiana moderna all'Università di Roma. Dopo la morte di sua moglie nel 1958, viaggiò molto. Morì a Milano il 1 giugno 1970. Fu insignito di numerosi premi letterari.

Mentre era ancora a scuola in Egitto, Ungaretti conobbe la poesia simbolista francese, in particolare quella di Stéphane Mallarmé. L'esempio dei simbolisti francesi, e più tardi quello di Paul Valéry e Apollinaire, lo portarono ad adottare la sua particolare "tecnica di oscuramento" ermetica. Una dizione così chiusa trae le sue caratteristiche dalle credenze simboliste di base nelle qualità magiche della parola e dalla convinzione che il poeta sia il custode di segreti arcani. Così, come disse una volta Ungaretti, la vera poesia deve avere "l'oscuro senso della rivelazione". La tecnica si avvale di tutte le possibilità per dare maggior rilievo alla singola parola, sia attraverso l'abolizione della punteggiatura, l'isolamento tipografico o stilistico, sia la composizione epigrammatica. Ungaretti ha sempre dichiarato di essere preoccupato delle questioni ultime dell'esistenza dell'uomo, dei misteri della vita, e ha dato il titolo a tutta la sua opera Vita d'un uomo.

La prima raccolta di versi di Ungaretti, Il porto sepolto (1916), fu pubblicata in un'edizione di 80 copie e rappresentò una netta rottura con le forme tradizionali. Le poesie nascono dal suo primo anno di esperienza nelle trincee del Monte San Michele. Allegria di naufragi (1919) è una testimonianza di auto-rivelazione dopo le esperienze di guerra. Tipica è la lunga poesia I fiumi, in cui cerca di definire la sua eredità. La raccolta centrale delle poesie di Ungaretti, Sentimento del tempo (1933), apparve dopo un intervallo di 14 anni, e parlò della "distillazione più lenta" di quest'opera. Il dolore (1947) è un gruppo di 17 poesie scritte sotto l'impressione della morte di suo figlio all'età di nove anni. Con la sequenza delle composizioni contenute in La terra promessa (1950) Ungaretti adotta forme poetiche più estese e torna anche a un endecasillabo modificato. Un grido e paesaggi (1952) contiene poesie scritte tra il 1939 e il 1952.

Ulteriori letture

La monografia più sintetica in inglese su Ungaretti è Glauco Cambon, Giuseppe Ungaretti (1967). Uno studio sostanziale dell'opera di Ungaretti nel vasto contesto della poesia ermetica è in Joseph Cary, Three Modern Italian Poets: Saba, Ungaretti, Montale (1969). Consigliate per il contesto storico generale sono la prefazione in Carlo Luigi Golino, ed., Poesia italiana contemporanea: un'antologia (1962), e Eugenio Donadoni, Una storia della letteratura italiana (2 voll., Trans. 1969). □