Gino severini

Gino Severini (1883-1966) è stato uno dei principali pittori del movimento futurista italiano, che ha proposto un radicale rinnovamento dell’attività artistica in armonia con il dinamismo della moderna vita meccanizzata.

Gino Severini nasce il 7 aprile 1883 a Cortona. A Roma nel 1901 conosce Umberto Boccioni e l’anno successivo conosce Giacomo Balla, che aveva studiato a Parigi. Severini e Boccioni divennero allievi di Balla. Severini conobbe così le teorie del divisionismo quando arrivò lui stesso a Parigi nel 1906. Là fu soprattutto Georges Seurat a impressionare Severini.

Nel suo studio all’Impass Guelma, Severini ha creato i suoi quadri futuristi più famosi, come Il Boulevard (1909) e Pan Pan dance al Monico (1911). Era particolarmente attratto dai temi legati ai cabaret e ai locali notturni, ei suoi dipinti rappresentano ritmi frenetici con forme sezionate e moltiplicate, come nel Geroglifico dinamico del Bal Tabarin (1912). Fu uno dei cinque artisti che firmarono il Manifesto futurista nel 1910 e prese parte alle mostre storiche del gruppo futurista a Parigi, Londra e Berlino.

I quadri di Severini, dipinti con i colori chiari di Seurat, hanno influenzato i cubisti ad alleggerire la loro tavolozza e il suo contributo personale è stato quello di combinare il programma futurista con lo spirito analitico e geometrico del cubismo.

Nel 1915 Severini si unì agli artisti dell’Effort Moderne. Il lavoro sperimentale prodotto nello stile del gruppo della Section d’Or ha portato Severini in un periodo di transizione, che ha descritto nel suo libro Dal cubismo al classicismo (1921). Negli anni ‘1920 fu attratto più dai murales che dalla pittura da cavalletto, creando una serie di arlecchini e affreschi, basati sulla commedia dell’arte, al Castello di Montefugoni vicino a Firenze (1922). Eseguì anche affreschi in Svizzera per le chiese di Semsales e La Roche (1926-1927), la chiesa dei Cappuccini a Sion e Notre Dame du Valentin a Losanna (1935). Severini progettò mosaici per l’Università di Friburgo, in Svizzera (1925 circa), e per il Palazzo dell’Arte (1933) e il Palazzo di Giustizia (1939) a Milano.

Lo sviluppo di Severini da uno stile cubista a uno stile neoclassicista avvenne sotto l’influenza di Pablo Picasso e del gruppo Valori Plastici. Intorno al 1930, però, Severini tornò a una sorta di cubismo decorativo. I suoi ultimi lavori hanno mostrato una tendenza verso l’arte concreta.

Nel 1950 Severini vinse un premio alla Biennale di Venezia. Morì a Parigi il 26 febbraio 1966.

Ulteriori letture

Severini è discusso in Alfred H. Barr, Jr., Cubismo e arte astratta (1936). Raffaele Carrieri, Pittura e scultura d’avanguardia in Italia, 1890-1955 (1955), offre un panorama dello sviluppo dell’arte moderna italiana con studi dettagliati dei principali artisti. Vedi anche James Thrall Soby e Alfred H. Barr, Jr., Arte italiana del Novecento (1949), e Guido Ballo, Pittura italiana moderna dal futurismo ai giorni nostri (1958).

Fonti aggiuntive

Severini, Gino, La vita di un pittore: l’autobiografia di Gino Severini, Princeton, NJ: Princeton University Press, 1995. □