Gentile da fabriano

Gentile da Fabriano (ca. 1370-1427) è stato il principale pittore italiano dello stile gotico internazionale.

Gentile da Fabriano, il cui vero nome era Gentile di Niccolò di Giovanni di Massio, proveniva da Fabriano nelle Marche. Secondo la tradizione, la sua famiglia era vecchia e moderatamente prospera. Suo padre, che si diceva fosse uno studioso, matematico e astrologo, divenne monaco olivetano quando un monastero di quell’ordine fu fondato a Fabriano nel 1397. Il fratello di Gentile, Ludovico, era un monaco dello stesso ordine a Fabriano, e Lo stesso Gentile viveva nel monastero olivetano di S. Maria Nuova a Roma al momento della sua morte. Un documento del 14 ottobre 1427 parla di lui come morto.

L’arte di Gentile indica che probabilmente si formò in Lombardia, forse a Milano. Ha lavorato nell’allora attuale stile gotico internazionale, al quale ha portato la sua qualità personale. Le sue prime opere mostrano i modelli decorativi di drappeggi ritmici preferiti dai maestri del gotico internazionale, che Gentile temperò e alla fine abbandonò dopo il suo contatto con l’arte fiorentina.

In un documento del 1408 Gentile è registrato a Venezia, dove dipinse una pala d’altare (oggi perduta) per Francesco Amadi. A testimoniare la sua alta reputazione fu la commissione nel 1409 per gli affreschi del Palazzo Ducale di Venezia (dipinti nel 1479). Pandolfo Malatesta incaricò Gentile di decorare una cappella (distrutta) a Brescia nel 1414. L’artista è registrato l’ultima volta a Brescia il 18 settembre 1419, quando partì per Roma per rispondere alla convocazione del nome di Papa Martino V. Gentile apparve per la prima volta sul albo dei pittori a Firenze nel 1421. Fu a Siena nel 1420 e 1424-1425 e ad Orvieto verso la fine del 1425. Dal 1426 fino al momento della sua morte fu a Roma.

Tipico del primo stile di Gentile è il polittico (1400 circa) del convento di Valle Romita a Fabriano, in cui Gentile mostra l’amore del gotico internazionale per i dettagli naturalistici nell’erba fiorita sotto i piedi dei santi aggraziati e snelli le cui figure sono avvolte in drappeggi ritmici e lineari. Il pannello centrale, il Incoronazione della Vergine, mostra l’amore per il drappeggio calligrafico così caratteristico del primo stile di Gentile. Altre opere giovanili degne di nota includono il molto danneggiato madonna a Perugia e il Madonna con Santi e Donatore a Berlino.

La pala d’altare Adorazione dei Magi, firmato e datato 1423, fu l’opera principale di Gentile a Firenze. In ottime condizioni, con la cornice originale ancora intatta, mostra il gotico di Gentile ora mitigato dal contatto con l’arte più austera di Firenze. La ricca esposizione della foglia d’oro e dei colori brillanti erano i tratti preferiti del gotico internazionale, ma nell’interesse per la prospettiva e lo scorcio e soprattutto negli squisiti pannelli a predella Gentile mostra l’influenza dei fiorentini.

La pala d’altare per la famiglia Quaratesi, firmata e datata 1425, dimostra anche la qualità composita dell’arte gentile. L’affresco Madonna in trono nel Duomo di Orvieto della fine del 1425 ha poche tracce del gotico internazionale e mostra una corporeità e una pienezza in linea con la sua evoluzione dopo Firenze. Le sue ultime opere, gli affreschi in San Giovanni in Laterano a Roma raffiguranti la vita di Giovanni Battista e ritratti a grisaglia di santi, furono distrutti nel 1647, quando Francesco Borromini ne ricostruì l’interno.

Ulteriori letture

La migliore opera in inglese su Gentile è il capitolo sull’artista in Raimond van Marle, Lo sviluppo delle scuole di pittura italiane, vol. 8 (1927). Luigi Grassi, ed., Tutta la pittura di Gentile da Fabriano (1953), in italiano, è utile per le sue illustrazioni.

Fonti aggiuntive

Christiansen, Keith, Gentile da Fabriano, Ithaca, NY: Cornell University Press, 1982. □