Catilina

Catilina (circa 108-62 aC), o Lucius Sergius Catilina, era un politico e rivoluzionario romano. Cicerone bloccò il suo tentativo di rovesciare il governo nel 63 a.C.

Sebbene Catilina abbia fatto risalire la sua stirpe patrizia a Sergesto, un compagno di Enea, nessun membro della famiglia aveva tenuto il consolato a Roma per diverse generazioni. I suoi primi anni di vita e carriera sono avvolti dall’oscurità e dalle false dichiarazioni. Potrebbe aver servito come tribuno militare nella guerra sociale nell’89 aC Quando Silla tornò a Roma nell’83, Catilina lo raggiunse.

Catilina ha ricoperto il pretorato nel 68 aC Per i successivi 2 anni ha servito come governatore dell’Africa. Quando tornò a Roma nel 66, tentò di candidarsi al consolato, ma la sua candidatura fu rifiutata perché era sotto accusa per estorsione nella sua provincia. Assolta dall’accusa di estorsione nel 65 e dall’accusa di omicidio durante le proscrizioni nel 64, Catilina si candidò al consolato dei 63 con il sostegno finanziario di M. Licinio Crasso. Ma i leader senatoriali si sono mobilitati dietro Cicerone e Catilina ha perso. Fece ancora una campagna nel 63, facendo un ampio appello su una piattaforma di cancellazione dei debiti. Ancora una volta fallì a causa dell’opposizione di Cicerone e della pesante corruzione da parte dei suoi concorrenti senatori.

Delusa e scontenta, Catilina si rivolse alla rivoluzione. Con un piccolo gruppo di sostenitori senatori e cavalieri, fece piani per reclutare un esercito in Etruria, marciare su Roma e prendere il controllo dello stato dopo aver ucciso Cicerone e altri importanti senatori.

Cicerone venne a conoscenza della trama da uno dei cospiratori e ne ottenne prove concrete da Crasso. Il 21 ottobre 63 aC, Cicerone espose i piani di Catilina al Senato, che dichiarò lo stato di emergenza e votò Cicerone con pieni poteri per affrontare la cospirazione; le sue misure difensive a Roma e altrove in Italia sventarono i piani di Catilina il 27 ottobre. Il 7 novembre Cicerone denunciò Catilina al Senato nella prima delle sue quattro orazioni catilinarie. Catilina prontamente lasciò Roma per unirsi alle sue truppe in Etruria. All’inizio di dicembre Cicerone arrestò quattro dei cospiratori rimasti a Roma e furono messi a morte su suo ordine. Questa azione ha spezzato le spalle alla cospirazione. Nel gennaio del 62 a.C., due eserciti senatori intrappolarono Catilina a Pistoria, nell’Etruria settentrionale, mentre cercava di fuggire in Gallia, e morì combattendo alla testa delle sue truppe.

Sebbene ambizioso per il potere, Catilina si considerava il campione dei poveri e degli oppressi contro un’oligarchia radicata e insensibile. Il suo programma economico attirò piccoli proprietari terrieri in molte parti d’Italia, in particolare l’Etruria, che era stata rovinata dalle confische dei Sullan.

Ulteriori letture

Fonti antiche su Catilina includono Cicerone, Plutarco e Sallustio. EG Hardy, La Cospirazione Catilina nel suo contesto (1924) e Arthur Kaplan, Catilina: l’uomo e il suo ruolo nella rivoluzione romana (1968), offrono buone analisi dei problemi legati alla cospirazione. Lester Hutchinson, La cospirazione di Catilina (1966), è un resoconto ben scritto ma acritico della vita di Catilina.

Fonti aggiuntive

Beesly, Edward Spencer, Catilina, Clodio, e Tiberio, Tustin, California: American Reprint Service, 1985. Zullino, Pietro, Catilina, Milano: Rizzoli, 1985. □