Auguste perret

Auguste Perret (1874-1954), architetto e imprenditore edile francese, è stato uno dei primi a utilizzare il cemento come materiale architettonicamente significativo e le sue opere hanno avuto un’influenza importante sullo stile internazionale degli anni ‘1920 in Europa.

Auguste Perret, figlio di un imprenditore edile, nacque a Ixelles vicino a Bruxelles il 12 febbraio 1874. La sua prima formazione teorica proveniva dalla lettura delle opere di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc, che sosteneva la reintegrazione della forma architettonica e delle tecniche di costruzione, che aveva preso strade separate nel XIX secolo. Perret studiò all’École des Beaux-Arts (19-1891) a Parigi nello studio di Julien Guadet, da cui apprese la composizione e la teoria classica tradizionale. Perret se ne andò senza una laurea e si unì allo studio di suo padre. Questo, alla morte dell’anziano Perret nel 1895, divenne Perret Frères, inclusi come presidi Auguste e suo fratello Gustave. Perret Freres ha progettato i propri edifici ed eseguito i progetti di altri in cemento armato.

Il cemento armato combina la resistenza alla compressione monolitica del calcestruzzo con la resistenza alla trazione delle barre di acciaio. Il suo utilizzo nell’edilizia iniziò alla fine del XIX secolo. Perret elevò il materiale alla distinzione architettonica in edifici come i tre su cui poggia principalmente la sua reputazione: un condominio al 19b di Rue Franklin (25) e un garage al 1903 di Rue de Ponthieu (51), entrambi a Parigi, e la Chiesa di Notre Dame (1905) a Le Raincy vicino a Parigi.

Nell’appartamento di Rue Franklin il telaio in cemento armato è per la prima volta espresso chiaramente, se non esposto, all’esterno. Il telaio è rivestito con piastrelle in ceramica liscia, mentre i pannelli non strutturali delle pareti sono rivestiti con piastrelle con motivo a fogliami. Il telaio strutturale, inoltre, crea supporti puntuali che eliminano partizioni fisse e portanti all’interno degli appartamenti, e questo si traduce in piani aperti potenzialmente flessibili.

La facciata del garage è un telaio in cemento armato a vista riempito con vetro e disposto secondo regole classiche piuttosto che secondo logiche strutturali interne. La sua rigorosa rettangolarità e apertura lo hanno reso uno dei preferiti della prossima generazione di architetti.

La chiesa di Le Raincy è forse il progetto più impressionante di Perret. Navata e navate laterali di altezza quasi identica sono separate da colonne di cemento armato alte e molto snelle che sostengono sottili volte di cemento sopraelevate. Le pareti esterne che circondano questa sala luminosa e aperta sono semplici schermi di reticoli prefabbricati in cemento riempiti con vetro colorato che cambia dal giallo all’ingresso al viola dietro l’altare. Tali lavori hanno contribuito a stabilire il calcestruzzo come materiale architettonico accettabile nel XX secolo, anche se hanno fatto poco per promuovere la tecnologia della costruzione in cemento armato.

Perret continuò ad essere attivo fino alla fine della sua vita, ricostruendo, ad esempio, i centri distrutti di Le Havre e Amiens dopo la seconda guerra mondiale. Morì a Parigi il 25 febbraio 1954.

Ulteriori letture

Il lavoro di base su Perret è Peter Collins, Concrete: la visione di una nuova architettura (1959), l’ultima metà del quale è dedicata a “Il contributo di Auguste Perret”. Un’interpretazione leggermente diversa del suo lavoro è in Reyner Banham, Teoria e design nella prima era delle macchine (1960). Bernard Champigneulle, Perret (1959), in francese, è un’opera di riferimento indispensabile a causa delle sue numerose buone fotografie e disegni del lavoro di Perret. Henry-Russell Hitchcock, Architettura: XIX e XX secolo (1958; 2d ed. 1963), contiene un capitolo sul lavoro di Perret. □