Jafet (ebr. יֶפֶת), figlio di Noè, fratello di * Sem e * Cam. In tutti gli elenchi dei figli di Noè, Jafet appare invariabilmente al terzo posto (Gen. 5:32; 6:10; 7:13; 9:18; 10: 1; i Cron. 1: 4). Tuttavia, in un’occasione Cam è chiamato il “figlio più giovane” di Noè (Gen. 9:24). Se questo non deve essere spiegato come il risultato di una corruzione nel testo, deve riflettere una tradizione variante, a meno che qualche principio diverso da quello cronologico non regoli l’ordine degli elenchi. Iafet si sposò prima del * diluvio (7:13), al quale sopravvisse, insieme alla sua famiglia, all’interno dell’arca. Quando suo padre ubriaco giaceva nudo nella tenda, Iafet, insieme a Sem, mostrò grande modestia e delicatezza coprendolo (9:23). Per questo atto fu benedetto da Noè come segue: “Possa Dio allargare Jafet e dimorare nelle tende di Sem; E che Canaan sia loro schiavo” (9:27). Il pieno significato di questo passaggio è oscuro, ed è stato variamente interpretato come riferito a un’alleanza filisteo-israelita contro i Cananei (forse in epoca davidica) o alla futura partecipazione dei Jafetiti – forse i Greci – alla religione di Israele. Nella Tavola delle Nazioni (vedere Settanta * Nazioni) A Jafet vengono assegnati sette figli e sette nipoti (Gen. 10: 2–4; i Cron. 1: 5–7). È quindi ritratto come l’antenato eponimo di vari gruppi etnici che vivono a ovest e nord di Israele nelle aree dell’Egeo e dell’Anatolia, in gran parte composto da ceppo indoeuropeo. L’origine del nome Jafet non è chiara. La benedizione di cui sopra implica un’etimologia popolare fondata su una radice ebraica che significa “allargare”, “allargare”. È stato variamente connesso con il Titano greco, Ιαπετός (cfr. Javan = Ionia, Gen. 10: 2), e con Kafti, il nome egiziano per gli Eteo-Cretesi.
[Nahum M. Sarna]
Nell’aggadah
Sebbene Jafet fosse il maggiore dei tre figli di Noè, era il meno dotato di saggezza, e per questo motivo il suo nome è registrato per ultimo (ad esempio, Gen. 6:10; Sanh. 69b). Nell’atto di coprire la nudità di Noè (Genesi 9:23) l’iniziativa fu presa da Sem e Jafet semplicemente lo aiutò. La ricompensa di Sem era quindi maggiore di quella di Iafet in quanto il Tempio costruito dal suo discendente (Salomone) era più sacro di quello costruito da Iafet (Ciro; pr 35, 160a). Tuttavia, a causa del rispetto che aveva così mostrato a suo padre, Jafet fu ricompensato con a pallio (un mantello che si addiceva alla dignità dei suoi discendenti greci), e dal fatto che Gog, suo discendente, avrebbe avuto il privilegio di essere sepolto in EreIsraele (cfr Ez. 39:11) e avrebbe quindi goduto dell’era messianica (Gen . R. 36: 6). Il versetto “Dio allarga Jafet” (Genesi 9:26 ss.) È interpretato nel senso che la cultura (“bellezza”) di Iafet, in particolare la lingua greca, “dimorerebbe nelle tende di Sem” (Meg. 9b). Nel Midrash (Gen. R. 36.8) questo è fatto per riferirsi in particolare alla Settanta, e lo stesso passaggio lo interpreta anche nel senso che Ciro, un discendente di Jafet, avrebbe costruito il Secondo Tempio. Insegnava anche che Dio benedisse Jafet rendendo i suoi discendenti completamente bianchi e dando loro il deserto e i suoi campi in eredità (pdre 23).
bibliografia:
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