Lo storico inglese Henry Thomas Buckle (1821-1862) fu una figura importante nel movimento positivista nel campo della cultura storica. Ha applicato i metodi delle scienze naturali alla storia nel tentativo di scoprire le leggi scientifiche che governano il processo storico.
Henry Thomas Buckle nacque a Lee, nel Kent, il 24 novembre 1821. A causa della sua salute delicata, non frequentò la scuola ma si istruì attraverso lunghe letture e viaggi. Prima dei 20 anni era diventato uno dei migliori giocatori di scacchi in Inghilterra. Dopo la morte del padre nel 1840, viaggiò nel continente e in questo periodo decise di rivolgere le sue energie alla preparazione di una grande opera storica. In primo luogo ha deciso di scrivere una storia del Medioevo, ma nel 1851 aveva ampliato il suo piano originale e aveva iniziato a lavorare su una storia della civiltà. Ha pubblicato il primo volume del Storia della civiltà in Inghilterra nel 1857 e il secondo volume nel 1861.
Buckle riteneva che fosse necessario dimostrare che lo sviluppo storico avviene in conformità con le leggi universali, e forse più di ogni altro storico del XIX secolo ha reso popolare la convinzione che le leggi scientifiche della storia potessero essere formulate. Pertanto lo scopo del suo lavoro era scoprire mediante indagine induttiva le uniformità causali che governano la società e il suo sviluppo. Il metodo storiografico di Buckle è stato influenzato dall’empirismo di John Stuart Mill e dalla convinzione di Auguste Comte che la società dovrebbe essere studiata attraverso l’applicazione di procedure scientifiche.
Nella sua Storia della civiltà in Inghilterra Buckle ha sostenuto che per sviluppare uno studio scientifico della storia, è necessario tenere conto non solo di come l’uomo ha modificato il mondo naturale, ma anche di come il mondo naturale ha modificato l’uomo. In particolare, credeva che i fattori fisici (clima e cibo, tra gli altri) fossero la forza più importante nel determinare come si svilupperà una civiltà. Quindi per Buckle le differenze tra le civiltà del mondo sono dovute in gran parte alle circostanze fisiche uniche in cui si è evoluta ogni cultura. Sosteneva che l’alto livello a cui si era sviluppata la civiltà europea era dovuto a una combinazione di fattori ambientali che avevano incoraggiato il pieno utilizzo delle capacità intellettuali dell’uomo. La chiave del progresso umano era, quindi, lo sviluppo della conoscenza.
Il lavoro di Buckle ebbe un successo immediato, ma la sua incapacità di assimilare le teorie evolutive di Charles Darwin e Herbert Spencer portò a un rapido declino della sua fama. Durante un viaggio in Medio Oriente nel 1862, contrasse la febbre e morì a Damasco.
Ulteriori letture
Il miglior libro su Buckle è Giles St. Aubyn, Un’eminenza vittoriana: la vita e le opere di Henry Thomas Buckle (1958), un resoconto della sua vita e del suo pensiero sullo sfondo dell’Inghilterra vittoriana. Un’opera più vecchia ma affidabile è Alfred Henry Huth, La vita e gli scritti di Henry Thomas Buckle (1880). □